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  • 9 Dicembre 2024
  • Ultimo aggiornamento 2 Dicembre 2024 10:27
  • Milano

Così i vaccini spingono i consumi

Il Global Consumer Insights Pulse Survey di PwC indica come il 66% degli intervistati vaccinati sia ottimista per il futuro e stia pianificando nuove spese. Al centro gli acquisti da smartphone con un’attenzione alla sostenibilità e un’integrazione tra prossimità e convenienza

Così i vaccini spingono i consumi

L’ultimo aggiornamento del Global Consumer Insights Pulse Survey di PwC mostra un’evoluzione del consumatore post pandemia. La digitalizzazione, la prossimità, l’attenzione alla salute e alla sicurezza sono ormai caratteristiche consolidate. Ma ora, a livello globale, emerge chiaramente un bipolarismo sempre più evidente nei comportamenti e nella fiducia verso il futuro da parte di chi nel frattempo ha ricevuto il vaccino rispetto a chi non lo ha ancora fatto.

Su 9.370 persone intervistate per la survey in 26 paesi diversi, il 76% si è dichiarato almeno parzialmente vaccinato e voglioso di pianificare nuove spese grazie alla fiducia nel prossimo futuro derivante, oltre che dalla scienza e dalla ripresa in atto, anche da un miglioramento del proprio stile di vita dovuto alla crescente diffusione dello smart working (gli intervistati che lavorano da casa sono il 10% più ottimisti di quelli che lavorano fuori casa, mentre quelli che possono lavorare in modo ibrido lo sono per il 9% in più).

Prezzi convenienti e attenzione massima alla sostenibilità sono due aspetti importanti dell’agire del consumatore del 2021 e di cui abbiamo parlato più volte. Ma non sono i soli.

VACCINATI E NON VACCINATI

Nel complesso, il 61% degli intervistati è ottimista per il futuro e solo il 18% non lo è. Ed è proprio la vaccinazione contro il COVID-19 a fare la differenza. Il 66% degli intervistati vaccinati ha un atteggiamento positivo rispetto al 43% degli intervistati non vaccinati. Nei prossimi mesi spenderanno di più in tutte le categorie, con il 41% che prevede un aumento della spesa per gli alimentari, il 33% per la moda e il 30% per la salute e la bellezza.
Questi primi dati fanno pensare che l’aumento del tasso di vaccinazione globale sarà di buon auspicio per la fiducia dei consumatori nel corso del 2022

SMARTPHONE IN PRIMA LINEA

Ma quali sono le modalità di acquisto del futuro? Lo shopping via smartphone è ai massimi storici. Il 41% degli intervistati dice di usarlo per fare acquisti quotidiani o settimanali, rispetto al 39% di sei mesi fa e al 12% di cinque anni fa. Ma non solo. C’è una differenza netta con altri device, per esempio un 10% di separazione dal pc o un 25% dai vari assistenti vocali. E lo smartphone ha anche guadagnato terreno sullo shopping in negozio da cui lo separano solo 6 punti percentuali.

Ma anche gli acquisti in presenza sono tornati ai livelli pre-pandemia: il 47% degli intervistati ha dichiarato di recarsi quotidianamente o settimanalmente in un punto vendita fisico, rispetto al 45% di sei mesi fa e al 41% subito dopo la pandemia.

Ma cosa spinge ad acquistare seguendo una modalità piuttosto che un’altra? La survey lo indica chiaramente: il consumatore vuole poter acquistare tramite i social media, chiede servizi di consegna efficienti ma anche una varietà di rivenditori fisici ben distribuiti sul territorio. Ormai è sempre più integrato tra online e offline e chiede complementarietà di accesso cercando, ogni volta, un’identità specifica nel singolo brand.

SOSTENIBILITÀ AL CENTRO

Ma c’è di più. Il 52% dei consumatori afferma di avere un atteggiamento più green rispetto a sei mesi fa e dichiara di tenere in considerazione i fattori legati alla sostenibilità in fase di acquisto soprattutto se si tratta di persone che lavorano da casa, probabilmente perché più legate a lavori impiegatizi, dunque con reddito certo e in grado di soddisfare anche le spese più importanti che il mondo green comporta.

Questo riguarda diversi ambiti di spesa: dai beni di prima necessità al tempo libero.

E se la “nidificazione” che ha caratterizzato gli ultimi due anni, resterà radicata nel nuovo modo di concepire i consumi, c’è da dire che anche la ricerca di PwC evidenzia come si stia ormai tornando a un livello di normalità che vede i consumatori sempre più proiettati all’esterno. Ma in modo diverso rispetto al pre-pandemia: più della metà degli intervistati indica che ama fare acquisti a livello locale. Anche in questo, i quasi due anni di Covid-19 che abbiamo alle spalle hanno lasciato un segno: come c’è completa integrazione tra online e offline, c’è integrazione tra il bisogno del negozio di prossimità con il bisogno della convenienza del grande centro commerciale. Ma ora l’uno non ha sostituito l’altro. Il consumatore ha capito che ci sono vantaggi diversi in entrambe le offerte e ha imparato a integrarle in modo attento e profittevole.

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Giornalista, digital addicted, lavora sui contenuti per dare qualità ai prodotti editoriali che segue. Perché oggi più che mai la qualità di ciò che si racconta fa la differenza

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