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  • 27 Aprile 2024
  • Ultimo aggiornamento 23 Aprile 2024 12:29
  • Milano

La Direttiva europea Case Green, spiegata bene

I tempi, le modalità di attuazione e cosa prevedono le nuove norme per efficientare le case in Europa. Con l'obiettivo di abbattere le emissioni entro il 2050

La Direttiva europea Case Green, spiegata bene

Articolo del 10 dicembre 2023 – Ultimo aggiornamento 22 aprile 2024
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Dopo l’approvazione da parte del Parlamento Europeo, a seguito di un anno di trattative, finalmente la Direttiva Europea EPBD (Energy performance of building directive), ribattezzata in modo più semplice in Italia come Direttiva “Case Green”, è stata approvata in via definitiva.

I singoli Stati membri hanno ora due anni di tempo per presentare all’Ue un piano nazionale di ristrutturazione, in cui dettagliare le modalità e le tappe con cui hanno deciso di raggiungere gli obiettivi fissati dalla normativa europea.

La Direttiva guarda al futuro e determinerà nel giro di 20 anni circa, radicali cambiamenti nel patrimonio immobiliare degli italiani con un impatto di spesa per le famiglie che, stando ai dati pubblicati da Il Sole 24 Ore con Scenari Immobiliari, oscillerà tra i 20 e i 50 mila euro per singola proprietà. 

Questo articolo, in continua evoluzione, vuole accompagnarvi lungo questo percorso di approvazione, lasciandovi sempre aggiornati su quanto avviene in Europa e quindi, a cascata, anche nel nostro Paese.

DI COSA STIAMO PARLANDO

La Direttiva “Case Green” è composta da un gruppo di norme compreso nel pacchetto Fit for 55 (un insieme di provvedimenti che l’Europa ha intrapreso per abbattere le emissioni di Co2 in diversi ambiti di applicazione) e pensato per incentivare la costruzione di edifici “sostenibili” e la ristrutturazione di quelli già esistenti a questo scopo.

L’obiettivo finale, stabilito in Europa, è quello di ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni nocive rispetto ai livelli del 1990 e raggiungere le emissioni zero entro il 2050.

COSA DICE L'ACCORDO

L’accordo stabilisce che ciascuno Stato potrà decidere liberamente le modalità e i tempi con cui raggiungere i seguenti obiettivi che valgono per tutti i Paesi, dunque anche per l’Italia: 

  • il consumo energetico degli edifici residenziali inquinanti dovrà essere ridotto del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Per quelli non residenziali la riduzione dovrà essere del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2033. Ogni Stato potrà decidere a quali classi energetiche far riferimento in base alle classificazioni interne;
  • il 55% di questo taglio dei consumi dovrà essere il risultato della ristrutturazione degli edifici con le performance peggiori (detti “energivori”) che rappresentano il 43% del totale a livello europeo. Il resto è a discrezione di ogni Stato;
  • entro il 2050 il patrimonio edilizio di ciascun Paese dovrà essere a emissioni zero;
  • tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a zero emissioni già a partire dal 2028 se edifici pubblici e a partire dal 2030 se edifici privati;
  • a partire dal 2040 (inizialmente era il 2035) non sarà più possibile installare caldaie alimentate con combustibili fossili. Si mantengono gli incentivi per quelle ibride (che associano caldaie a condensazione a gas a una pompa di calore) mentre vengono cancellati, a partire dal 2025, quelli per le caldaie autonome e per gli impianti tradizionali;
    – i pannelli solari fotovoltaici dovranno essere installati obbligatoriamente solo sugli edifici di nuova costruzione pubblici e su quelli non residenziali di ampia metratura. L’obbligo entrerà in vigore in modo progressivo dal 2026 al 2030.

 

LA SITUAZIONE IN ITALIA

In Italia il tema dell’efficientamento energetico è molto caldo. Secondo i dati Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili), infatti, su 12,2 milioni di abitazioni oltre 5 milioni non sarebbero in grado di rispettare e quindi garantire le performance indicate dalla UE.
Inoltre, stando alle ultime analisi Enea, circa tre quarti degli immobili residenziali hanno una classe energetica inferiore alla D.

Questo significa che nei prossimi venti anni saranno moltissimi gli italiani alle prese con lavori di efficientemento energetico come la sostituzione di caldaie e di pompe di calore, nuovi infissi, l’installazione di pannelli fotovoltaici, l’applicazione di cappotti termici, in cambio di un risparmio graduale in bolletta oltre che di un miglioramento del benessere personale a ambientale.

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