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  • 1 Giugno 2023
  • Ultimo aggiornamento 29 Maggio 2023 17:49
  • Milano

Il glossario del credito al consumo

Merito creditizio, prestito finalizzato e prestito personale, Tan, Taeg. Tutti i termini e i concetti da conoscere e tenere bene a mente quando ci si avvicina al mondo del credito al consumo

Il glossario del credito al consumo

Articolo creato il 1 dicembre 2022. Ultimo aggiornamento 29 maggio 2023

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Questo articolo è in continua evoluzione. Si arricchisce nel corso del tempo con la definizione dei termini principali che ruotano intorno al mondo del credito al consumo, che spesso non vengono compresi fino in fondo.

È proprio dietro alla diffusione di una cultura finanziaria adeguata che ogni consumatore può e deve migliorare il suo approccio al credito e ai vantaggi che offre pur nella consapevolezza di tutti i limiti e le necessarie attenzioni che anche chi eroga finanziamenti deve imporre per una generale tutela collettiva e del mercato.

CREDITO REVOLVING

Questo termine serve per indicare l’apertura di una linea di credito con una caratteristica ben precisa: viene offerta la disponibilità di una somma di denaro continuativa da restituire con rate mensili.
Il credito revolving non ha una data di scadenza o comunque una lunghezza predeterminata, ma può durare potenzialmente all’infinito.

Il credito iniziale viene restituito attraverso versamenti mensili a cui si aggiungono interessi applicati solo alla somma effettivamente utilizzata. Per questo motivo, se non si farà ricorso alla linea di credito, non saranno corrisposti interessi.

Il beneficiario, una volta ottenuto il credito, potrà disporne a suo piacimento senza vincoli di alcun tipo e può decidere di aumentare l’importo della rata mensile, in modo da accelerare l’estinzione del debito. Solitamente la restituzione del credito avviene attraverso l’addebito automatico della somma sul conto corrente del titolare della linea di credito, mentre l’istituto finanziario che ha concesso il credito è tenuto, mensilmente, a inviare al beneficiario un estratto conto che segnali il saldo del mese precedente, il calcolo giornaliero degli interessi sul capitale residuo effettivo, TAN, TAEG, l’imposta di bollo ed eventuali altri addebiti.

CRIF

Con questa sigla si abbrevia Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria ovvero quell’ente che gestisce Eurisc, una banca dati meglio nota come SIC (Sistema di informazioni creditizie) al cui interno sono conservate le informazioni sui finanziamenti chiesti e ottenuti da parte di consumatori e imprese.

A fornire i dati sono le finanziarie e gli istituti di credito che poi andranno a consultare la storia creditizia di chi si rivolge loro per un finanziamento. Ricorrendo al SIC, le società che aderiscono a CRIF, possono misurare merito (vedi sotto cosa significa) e rischio creditizio, oltre che l’affidabilità e la puntualità del richiedente, e diminuire il rischio di frode, soprattutto quella legata al furto di identità.

Banche e istituti di credito possono decidere di concedere un finanziamento ai consumatori che si rivolgono a loro anche solo in base a una buona storia creditizia, senza richiedere ulteriori garanzie. Nel bene e nel male è comunque sempre l’istituto di credito o la finanziaria a decidere se concedere o meno il credito richiesto mentre la banca dati di Crif mantiene il ruolo di strumento di valutazione creditizia.

ESTINZIONE ANTICIPATA

Con estinzione anticipata si intende la possibilità, per il contraente di un prestito, di restituire prima della scadenza del contratto tutto il capitale residuo e gli interessi maturati fino a quel momento, in modo da poter cancellare immediatamente il debito contratto.

Tutto qui? Non proprio. È importante sapere che, di norma, alla sottoscrizione del finanziamento viene anche fissata una penale (solitamente dell’1% o dello 0,5% quando mancano meno 12 mesi alla fine del prestito) che risarcisca l’istituto creditizio per il mancato versamento degli interessi legati alla quantità di denaro che andava ancora restituito. L’indennizzo invece non è dovuto se l’importo rimborsato in anticipo corrisponde all’intero debito residuo, se è pari o inferiore a 10.000 euro oppure se l’estinzione viene effettuata in esecuzione di un contratto a garanzia del credito con un’assicurazione.

FIDEJUSSIONE

Spesso questo termine si confonde con la Garanzia (di cui parliamo nel paragrafo successivo) ma in realtà è più complesso.

Di fatto la fidejussione è un contratto per cui qualcuno (un garante) si prende l’impegno di garantire il rimborso del prestito sottoscritto da una persona che non viene giudicata affidabile dal punto di vista creditizio.

Se questo avviene in modo amichevole (da parte di un parente o di un conoscente) allora la fidejussione viene definita “solidale” e può essere “totale”, “parziale” o “omnibus” (a seconda se copra tutto, una parte o fino a un tetto massimo del debito). 

Ma spesso non è così. Quando manca un garante solidale, che chiede un prestito e ha bisogno di una garanzia, è costretto a sottoscrivere un contratto di fidejussione con una banca, con un’assicurazione o con un operatore finanziario che per l’operazione chiederà degli interessi.
Ma non sono solo queste le differenze: nel caso di fidejussione bancaria viene spesso richiesta una garanzia immobiliare, un lavoro fisso e anche il blocco della somma oggetto di garanzia. Questa richiesta viene meno nelle fidejussioni assicurative o sottoscritte con finanziarie.

Ovviamente la fidejussione, di qualsiasi tipo sia, viene meno al venire meno del debito.

GARANTE

In alcuni casi gli istituti di credito, per concedere un prestito, oltre a chiedere garanzie su chi questo prestito lo sta chiedendo (il contraente), come per esempio la busta paga, richiedono anche la presenza di un soggetto terzo su cui rivalersi se il debitore non riuscisse a rispettare le scadenze pattuite. Si tratta del garante che, di norma, viene richiesto se a rivolgersi a loro è un’azienda, un lavoratore a partita iva o un lavoratore con un contratto a tempo determinato.

Un esempio classico sono i genitori che diventano garanti per i figli. Diventare garanti è vincolante, per questo chi accetta deve conoscere nel dettaglio condizioni e scadenze del prestito e gli obblighi a cui si sottopone in caso di mancato pagamento da parte debitore.

Anche per diventare garanti bisogna soddisfare requisiti specifici: serve un reddito fisso dimostrabile, come uno stipendio o una pensione e un merito creditizio (vedi termine successivo) sufficientemente alto.

Infine, la legge consente al garante subentrato nell’estinzione del debito di tutelarsi chiedendo al debitore non solo la restituzione di quanto anticipato, ma anche gli interessi e le altre spese connesse al prestito.

INSOLVENZA

Quando una persona (o un’azienda) si trova nella condizione di non poter più rimborsare il suo debito nei termini previsti da un accordo, si dice che si trova una situazione di “insolvenza”.

È in questi casi che chi deve riscuotere il debito si può rivalere o sul garante nel caso di persona fisica o sulla fidejussione sottoscritta in sede di definizione del prestito (vedi le voci in alto).

L’insolvenza può essere temporanea (e in tal caso è spesso possibile rinegoziare le condizioni di pagamento con la finanziaria o la banca che ha erogato il prestito) o irreversibile.

È proprio per evitare questo tipo di situazioni che quando chi chiede un prestito non ha un merito creditizio sufficiente (vedi voce sotto), viene imposta la firma di una fidejussione.

MERITO CREDITIZIO

Il merito creditizio, noto anche come credit score, è fondamentale. È il parametro utilizzato da banche e finanziarie per stabilire se chi chiede un prestito o un finanziamento rispetta tutti i requisiti necessari alla sua concessione. Può essere alto o basso, e si calcola partendo da alcuni indicatori fondamentali quali l’indebitamento del richiedente, il rapporto tra le sue entrate e le uscite e la capacità di restituzione dei debiti contratti in precedenza.

Il merito creditizio impatta sulle condizioni economiche che la banca o l’istituto applicheranno all’eventuale prestito: più la persona è “virtuosa” e dunque il valore del merito creditizio elevato, migliori saranno le condizioni cui verrà concordato il prestito. Al contrario i richiedenti con un merito creditizio basso otterranno un prestito a condizioni meno favorevoli oppure, in situazioni particolarmente gravi, non potranno ottenerlo.


PRESTITO FINALIZZATO

Con questo termine si intende il finanziamento di una somma, solitamente compresa tra 200 e 75.000 euro, da restituire a rate, legata all’acquisto di un determinato bene o servizio (un’auto, un elettrodomestico, mobili, una vacanza…).

Il consumatore sottoscrive con l’intermediario un finanziamento pari al costo del bene che vuole acquistare (le cui caratteristiche e prezzo devono essere indicate nel contratto del finanziamento) o a una parte del costo, nel caso in cui decidesse di pagarne una quota con le proprie disponibilità economiche.

Spesso questo accordo viene fatto al momento dell’acquisto del bene direttamente con il rivenditore che ha in essere una partnership con una finanziaria che eroga il credito. L’importo viene infatti erogato direttamente a chi vende il bene, mentre il richiedente rimborserà il prestito alla finanziaria con delle rate composte da una quota capitale (che rappresenta il costo effettivo del bene) e dagli interessi, che sono il costo sostenuto dal richiedente per accedere al prestito.


PRESTITO PERSONALE

Anche il prestito personale è compreso in un range tra i 200 e i 75.000 euro, ma a differenza del prestito finalizzato non è collegato all’acquisto di uno specifico bene o servizio. Si chiede per avere della liquidità a disposizione da usare per esigenze diverse.

Per ottenerlo il consumatore si deve rivolgere a una banca o a un istituto finanziario autorizzato che può anche servirsi di agenti e di mediatori creditizi. Per entrambi i tipi di prestiti (che sia finalizzato o che sia personale), la persona che lo richiede dovrà dimostrare la sua capacità di rimborso grazie al proprio reddito o a una fideiussione, ovvero alla garanzia personale di un soggetto terzo che assicura la restituzione del credito concesso.

TAEG

Con TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) si intende il costo totale del prestito comprese tutte le spese connesse ad esso. È la voce da tenere in considerazione se si vuole sapere il costo effettivo totale del finanziamento che si sta per attivare.

Comprende, oltre al TAN, tutti gli altri oneri che il consumatore dovrà soddisfare in cambio del credito ricevuto, quali le spese per l’apertura e la gestione del conto corrente, le spese delle eventuali polizze aggiuntive obbligatorie, il costo per la gestione della pratica e i costi delle operazioni di pagamento. Per legge, deve essere indicato nei messaggi pubblicitari, nelle offerte dei creditori e anche nei contratti stipulati.

TAN

Il TAN (Tasso annuo nominale) indica il tasso d’interesse, in percentuale e su base annua, che un creditore chiede sull’erogazione di un finanziamento. In pratica è la porzione di guadagno che l’intermediaro incassa per il servizio che offre.

Si aggiunge alla quota capitale, ovvero al valore effettivo del bene che viene pagato in rate mensili e, come quest’ultima, viene ripagato al creditore suddividendolo in rate a scadenza. Il TAN è il parametro di partenza per il calcolo del TAEG (vedere voce che segue) a cui si aggiungono le spese di gestione.


TASSO ZERO

Con Tasso Zero si fa riferimento ad operazioni finanziarie in cui il denaro viene dato in prestito senza l’applicazione di interessi. 
Viene dunque richiesta la restituzione solo del capitale e di eventuali spese di gestione.
Per questo il TAN (leggi la definizione qui sopra) è azzerato, mentre il TAEG (leggi la definizione qui sopra) potrebbe non esserlo ed è sempre necessario verificare bene le condizioni contrattuali.

Generalmente i prestiti a tasso zero sono delle formule promozionali che hanno durata limitata. Quello che accade è che l’interesse non viene pagato dal cliente finale ma viene coperto dal rivenditore o dalla finanziaria stessa (o da entrambi) con lo scopo di attirare nuova clientela nell’ambito di una strategia di marketing di lungo periodo.

USURA

Quando si parla di usura ci si riferisce ad un reato che consiste nella pratica di fornire denaro in prestito con un tasso di interesse e con costi che superano i limiti fissati dalla Banca d’Italia e che vengono aggiornati ogni tre mesi.

Per il secondo trimestre del 2023 (aprile-giugno) sono stati fissati al 17,9% per il credito finalizzato all’acquisto rateale e al 18,9% per i prestiti personali.

Per questo i tassi vanno monitorati lungo tutta la vita del finanziamento acceso, e nel caso si verificassero superamenti dei limiti previsti per legge, è necessario farlo presente alla finanziaria e (in caso di mancata risposta) rivolgersi all’Autorrità giudiziaria.

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