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  • 30 Aprile 2024
  • Ultimo aggiornamento 29 Aprile 2024 18:39
  • Milano

Casa: come sta cambiando il mercato

Inflazione, risparmi in calo, maggiore difficoltà a pagare le rate dei mutui, accesso al credito più difficile. Così gli italiani stanno via via rinunciando a comprare una casa nuova mentre cresce il bisogno di affitti

Casa: come sta cambiando il mercato

Redditi spesso inadeguati, tassi crescenti e continua erosione del risparmio rischiano di rendere mutui e affitti non facilmente sostenibili per molte famiglie italiane.
Il campanello di allarme arriva dalla società di ricerche Nomisma che nel suo 16° Rapporto sulla Finanza per l’Abitare presenta un’analisi dettagliata sulla condizione delle famiglie (Sguardi familiari sull’Abitare 2023) che apre a scenari complessi.

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L'ANALISI DELLE FAMIGLIE ITALIANE

L’indagine di Nomisma si apre con l’analisi di due diverse tipologie di nuclei familiari per i quali la casa è una priorità assoluta:

  • le famiglie-mono che comprendono le esperienze familiari unipersonali, ovvero persone sole o, ancora, i genitori soli con figli;
  • le famiglie-pluri, ovvero con figli minori, con persone non autosufficienti, cosiddette sandwich (impegnate sia nella cura dei figli sia dei genitori anziani) e i nuclei numerosi.

Secondo Nomisma, nonostante nel 2023 il clima di fiducia delle famiglie abbia recepito i segnali positivi provenienti dall’aumento della produzione industriale e dagli interventi di sostegno varati dal Governo, la capacità reddituale degli italiani lascia intravvedere alcuni campanelli d’allarme, con quasi la metà dei nuclei che dichiara che le proprie disponibilità economiche sono appena sufficienti a far fronte alle spese primarie.

PERCHÈ CALA LA PROPENSIONE DI ACQUISTO

In questo scenario, l’acquisto della casa è diventato un miraggio per una crescente porzione di italiani che si sono trovati a fare i conti con un’inflazione duratura – che ha fatto diminuire il reddito disponibile e inciso negativamente sul potere d’acquisto – e con la parallela erosione dei risparmi, che ha ridotto le possibilità di un acquisto impegnativo come quello di un’abitazione.

A ciò si somma il difficile rapporto con il mondo del credito. Dall’indagine Nomisma risulta che, tra le famiglie numerose, 1 su 5 dichiara di non avere i requisiti per l’accesso al credito, un valore quasi triplo rispetto al 7,5% della media del campione. Percentuali più alte rispetto alla media si registrano anche per le famiglie con figli minori (13,1%) e persone sole under 45 (10,7%).

Questo spiega la flessione della propensione all’acquisto di abitazioni nei prossimi mesi da parte degli italiani, che coinvolge il 12% delle famiglie rispetto al 13,3% registrato nel 2022.

Inoltre, l’indagine quest’anno evidenzia, in controtendenza rispetto alle due precedenti edizioni, anche la minore propensione da parte delle famiglie intenzionate ad acquistare un’abitazione ricorrendo all’accensione di un mutuo, passando dall’83% nel 2022 al 78% nel 2023.

AFFITTI: IL MERCATO INVOCA LA CAUTELA

I dati di Nomisma indicano come la locazione rappresenti l’unica opzione percorribile per il 56% delle famiglie, a causa della mancanza di risorse economiche sufficienti per poter accedere al mercato della compravendita. A questo gruppo si affianca un altro 15% di famiglie per le quali l’affitto è una situazione temporanea, in attesa che si creino le condizioni per poter accedere al mercato della compravendita.

Per quanto riguarda le intenzioni a prendere in affitto un’abitazione, sono principalmente le persone sole al di sotto dei 45 anni quelle caratterizzate da elevato interesse, affiancate dalle famiglie.
Ma d’altra parte l’alternativa dell’affitto è sempre più onerosa, specie nelle grandi città.

La quota di famiglie che prevedono nei prossimi 12 mesi di incontrare difficoltà nel regolare pagamento del canone di locazione si è ampliata dal 31,4% al 34,8%. Questo genera un circolo poco virtuoso di dinamiche sul mercato. I maggiori rischi di insolvenza stanno inducendo sempre più proprietari a una minore propensione verso la locazione tradizionale: solo nell’ultimo anno è passata dal 17,7% al 10,5% la quota di soggetti che prevede di dare in locazione le proprie abitazioni con affitti a medio termine, allineandosi alla componente rivolta agli affitti brevi (pari al 10,2%).

IL BISOGNO DI CAMBIAMENTO

Sintesi dell’analisi condotta da Nomisma è l’evidenza dell’esigenza di immaginare un abitare più evoluto e plurale, attento a bisogni, desideri e possibilità reali delle famiglie e meno standardizzato e risucchiato da un mercato indebolito, incapace di dare una risposta alle esigenze abitative attuali.

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