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  • 24 Aprile 2024
  • Ultimo aggiornamento 23 Aprile 2024 12:29
  • Milano

I consumi nel 2023: gli italiani allo specchio

I risultati dell'ultimo Rapporto Coop: resta l'inguaribile ottimismo ma si guarda più all'essenziale e meno al superfluo

I consumi nel 2023: gli italiani allo specchio

Gli italiani si sono affacciati sul nuovo anno con uno stato d’animo abbastanza positivo, fatto di fiducia (39%) e aspettative (38%) per il nuovo anno, ma anche di timore (33%) e inquietudine (22%). A conti fatti, nonostante un 2022 vissuto pericolosamente, continuano a manifestare una lucida accettazione della realtà (28%) e una sorprendente serenità interiore (34%). Emerge dalle due survey dell’Ufficio Studi Coop condotte a dicembre del 2022: “L’anno che verrà” (su un campione rappresentativo della popolazione italiana in collaborazione con Nomisma) e la seconda “Planning 2023 and Beyond” sulla community di esperti del sito italiani.coop.

LE RINUNCE E I DESIDERI

Ottimismo innato a parte (che sempre caratterizza gli italiani), è tuttavia innegabile che gli ultimi anni (e gli ultimi mesi in particolare) abbiano lasciato ferite profonde. Il 18% delle famiglie dichiara nel 2022 di aver fatto fronte a un permanente disagio alimentare (circa 9 milioni) e 1 italiano su 4 teme la vera povertà per il 2023 (non avere soldi per cibo, trasporto, abiti, scuola). Sono soprattutto gli imprevisti a mettere a repentaglio questa fragile armonia; il 66% del campione non saprebbe come far fronte a una spesa improvvisa e non rimandabile di 850 euro.

Non stupisce allora che il 70% degli intervistati se disponesse all’improvviso di 10 mila euro, non esiterebbe a dirottarli subito nel salvadanaio per far fronte ad imprevisti o cercare di realizzare i sogni nel cassetto che riguardano soprattutto affetti e vita familiare (tra i buoni propositi per il nuovo anno il 56% indica di voler trascorrere più tempo con i propri cari e il 20% vorrebbe mettere al mondo un figlio).

La strategia più comune risulta alla fine quella di adottare uno stile di vita che permetta di concentrarsi sulle cose più vicine, come la cura di se stessi (tra le prime voci in crescita del 2023 con un 29% che farà più di prima visite di prevenzione e controllo), il ritorno tra i fornelli (29%), la fuga dal fast food (il 15% lo farà di meno o smetterà).

NEI CONSUMI SPAZIO ALL’ESSENZIALE

Se circa un italiano su due spera di mantenere stabili le proprie spese familiari nel 2023, comunque il 45% conta di spendere di più per le bollette e il 32% per cibo e bevande; il tutto a scapito di ristoranti e altri locali e spettacoli e cultura (rispettivamente per il 32% e il 26% degli intervistati).

Per i beni durevoli si pensa a cambiare gli elettrodomestici più vecchi ma si rinvia l’acquisto della nuova auto (il 29% conta di acquistare un grande elettrodomestico nei prossimi 12 mesi e per converso un 35% vorrebbe l’auto nuova ma non l’acquisterà), con la casa al top delle priorità; un consistente 67% pensa nel 2023 a una ristrutturazione dell’abitazione (dato forse ancora trainato dal rimodulato bonus edilizia).

Per far fronte all’aumento dei prezzi l’80% degli italiani cambierà anche le proprie abitudini alimentari orientandosi verso diete più salutari con meno carne, più sobrie e a basso spreco. Secondo il 40% dei manager Food & Beverage intervistati il 2023 sarà un anno all’insegna della sobrietà ed essenzialità alimentare. Sugli scaffali le novità del 2023 saranno la pasta e le farine prodotte con grani antichi o con prodotti a basso contenuto di carboidrati e maggiore contenuto di proteine. E se dovesse rinunciare a quella vera, già oggi un italiano su cinque ai prodotti di origine vegetale preferirebbe la carne coltivata in vitro.

2023: ANNO DI STAGNAZIONE

Sul fronte macroeconomico, grazie soprattutto alla parziale riduzione dei prezzi del gas, il 2023 sarà un anno di stagnazione ma non di decrescita (+0,2% le previsioni del Pil 2023 su 2022 secondo i manager italiani) con una inflazione ancora sostenuta ma inferiore a quella del 2022 (+6,1% secondo i manager italiani). Gli andamenti più recenti motivano anche un andamento positivo dei consumi (al netto dell’inflazione) che le ultime previsioni collocano all’1,4% rispetto al 2021.

A preoccupare maggiormente sono invece soprattutto i consumi e i risultati economici della filiera alimentare. L’inflazione dei beni alimentari lavorati resterà elevata (+6,7% medio nel 2023 secondo i manager italiani del settore Food & Beverage), si ridurranno i volumi acquistati dalle famiglie nella Gdo (-0,9%) e si conferma il peggioramento della redditività delle imprese industriali e, soprattutto, distributive (lo teme il 66% dei manager del settore) con conseguente calo degli investimenti (37%) e ricadute anche sul fronte occupazionale (27%).

Innovazione e ristrutturazione sono la ricetta necessaria per uscire da questa difficile crisi sia nell’organizzazione dei processi aziendali (lo afferma il 38%), sia nel prodotto e nel servizio (32%) fino ai canali e alla rete di vendita (26%).

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