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  • 19 Marzo 2024
  • Ultimo aggiornamento 14 Marzo 2024 10:17
  • Milano

Consumi e futuro: 3 scenari per il prossimo inverno

Un’ipotesi ottimistica, una di continuità e una pessimistica su cosa può accadere a novembre e dicembre per i consumatori e, di conseguenza, per i vari settori commerciali

Consumi e futuro: 3 scenari per il prossimo inverno

Si può provare a essere ottimisti, a ipotizzare una continuità con quanto stiamo vivendo ancora oggi oppure pensare da veri pessimisti. Tracciare però degli scenari ipotetici ma verosimili di quello che può accadere al mondo dei consumi da oggi al prossimo dicembre può servire sia a non arrivare al periodo invernale del tutto impreparati (qualsiasi cosa accada), sia a gestire meglio il futuro.

OTTIMISMO

La prima ipotesi, quella più ottimistica quotata al 50% delle possibilità, prevede per i mesi di novembre/dicembre:

  • una presenza limitata o quasi nulla dei contagi;
  • una conseguente riduzione delle norme di controllo e distanziamento che consenta di uscire, fare acquisti e vacanze in modo abbastanza tranquillo;
  • una situazione di disoccupazione in crescita ma comunque intorno al 10%;
  • una forte attenzione al tema del vaccino e della prevenzione;
  • una situazione internazionale in cui, chiarito l’esito delle elezioni Usa, si sia abbassato il livello di scontro sul commercio internazionale.

In questo scenario le parole chiave per i consumatori saranno:

  • sollievo;
  • senso di resilienza;
  • voglia di rilancio;
  • nuovo futuro.

I consumi chiuderebbero l’anno con un significativo segno meno ma in ripresa rispetto alla prima parte dell’anno soprattutto nei settori dell’elettronica, dei prodotti per la casa e alimentari. I comparti più penalizzati resterebbero tutta la ristorazione ed in parte i grandi centri commerciali.

Il settore automotive potrebbe parzialmente riprendersi anche grazie agli incentivi, ma chiuderebbe l’anno con vendite inferiori di circa il 20/25% rispetto all’anno precedente. Il settore turistico inizierebbe gradualmente a riprendersi grazie a un parziale ritorno dei viaggiatori dall’estero.

In ogni caso, pur in assenza di limitazioni particolarmente stringenti, resterebbe una certa sensibilità sociale al distanziamento. Diminuirebbe quindi l’affollamento dei punti vendita, gli acquisti natalizi verrebbero graduati ed anticipati anche utilizzando le promozioni del periodo Black Friday. Si potrebbe stimare un ricorso crescente al binomio visita fisica – acquisto on line con significativo e ulteriore incremento dell’e-commerce.

CONTINUITÀ

La seconda ipotesi, quotata al 40% delle possibilità, fa i conti con uno scenario meno positivo in continuità con quanto accaduto nel mese di maggio:

  • ripresa parziale dei contagi (400-600 al giorno) con buona gestione della situazione da parte del Ssn, una mortalità contenuta e la creazione di micro zone rosse;
  • un calo delle aspettative di ripresa e un prolungamento in avanti nel tempo con un aumento significativo della disoccupazione che arriva al 13%, livelli della crisi del 2008-2009;
  • assunzione rigida di tutte le misure di sicurezza e di distanziamento sociale;
  • attenzione ai temi del controllo sociale e sanitario, forte clima di sfiducia e preoccupazione;
  • una situazione internazionale in cui, chiarito l’esito delle elezioni Usa, si sia abbassato il livello di scontro sul commercio internazionale ma appesantita dal contagio a macchia di leopardo che necessariamente incide sulla ripresa.

Ecco dunque che in questo caso le parole chiave per i consumatori potrebbero essere:

  • incertezza;
  • preoccupazione;
  • difesa dell’esistente;
  • chiusura;
  • accumulo del risparmio per tempi incerti.

In questa seconda ipotesi i consumi sarebbero bloccati o rallentati anche in presenza di buone propensioni all’acquisto soprattutto in previsione del periodo natalizio.

Il mercato dell’auto, che contava sulla ripresa di fine anno per ritornare su livelli di vendite accettabili, scoprirebbe che anche gli incentivi si sono dimostrati di modesta efficacia ed i cali a fine anno sarebbero superiori a quelli attesi a giugno (almeno il -30% rispetto al 2019).
Nel turismo si verificherebbero limitazioni importanti alle vacanze invernali con un forte ricorso alle seconde case (possedute da circa un terzo delle famiglie italiane), una tenuta degli affitti turistici di medio-breve termine e l’assenza degli stranieri.

Si aggraverebbe la crisi del settore Horeca appesantito anche dalla ripresa massiva dello smart working.
Resterebbe scarsa la presenza dei consumatori nei punti vendita sia per i problemi economici crescenti sia per le oggettive limitazioni con una forte attenzione alle promozioni e all’e-commerce.

PESSIMISMO

Il terzo scenario, quotato al 10% delle possibilità, prevede un ritorno a un lockdown dovuto a una nuova fase esplosiva dell’epidemia.

È lo scenario peggiore, il più facile tra prevedere perché già conosciuto e il più disastroso derivante da una manifesta incapacità del sistema di imparare dai propri errori. È in fondo facile da analizzare nelle conseguenze ma vale solo la pena stimarlo come probabilità e non come effetti (simili anche se non uguali a quelli dei mesi passati) che potrebbero essere senza precedenti.

contributor
Sociologo, ricercatore sociale e di mercato, imprenditore. È presidente di Eumetra MR. È stato partner Eurisko, direttore generale, consigliere delegato di GfK Eurisko e consigliere di Assirm (Associazione degli Istituti di Ricerca Italiani). È socio Esomar (l’associazione globale dei professional della ricerca di mercato) dal 2009. Svolge attività pubblicistica su vari media e testate sui temi della ricerca di mercato, dell’innovazione e del cambiamento sociale.

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