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  • 9 Dicembre 2024
  • Ultimo aggiornamento 2 Dicembre 2024 10:27
  • Milano

Rental Economy: l’accelerazione dovuta al Covid-19

L’economia “dell’affitto” aveva già preso piede in Europa. Ma con la rivoluzione portata dal Coronavirus sta ora penetrando diversi settori di business: dalla mobilità all’arredo, dai servizi all’ospitalità

Rental Economy: l’accelerazione dovuta al Covid-19

L’epidemia da Covid-19 ha costretto liberi professionisti, consumatori, cittadini, imprenditori a valorizzare e ottimizzare il proprio stile di vita e il proprio business, sulla base delle nuove esigenze portate dalla condizione di lockdown prima e dai cambiamenti che ne sono derivati poi.

Una ventata di novità, non tutte semplici e non tutte immediate da gestire, ha riguardato anche la Rental Economy, l’economia “dell’affitto”, a cui si stanno affacciando diversi settori che si sono trovati nella necessità di ripensare il proprio business.

Questa nuova fase di sperimentazione, generata dalla crisi in atto, è stata dettata anche da nuove esigenze chiare e specifiche dei consumatori:

  • La necessità di risparmiare;
  • Una nuova mentalità dettata dalla voglia di cambiamento e dinamicità;
  • Il rifiuto dello spreco.

NOLEGGIO E SERVIZI

A queste istanze una parte del mondo imprenditoriale, immobilizzato nel suo modello di business tradizionale dal lockdown, ha risposto provando a trovare nuovi driver di innovazione, puntando non più sul possesso del bene ma sulla sua condivisione e cavalcando così un approccio caro soprattutto ai Millennials e ai più giovani della Generazione Z.

Si tratta di una modalità che sta interessando le aree di business a cui queste generazioni di consumatori sono maggiormente interessate: la casa e il tempo libero. Con una caratteristica su tutte: l’offerta del bene a noleggio (con possibilità di riscatto o sostituzione) è sempre correlato da una serie di servizi aggiuntivi che affiancano al prodotto una relazione di post-renting che oggi fa molto la differenza.

Alcuni esempi che stanno rivoluzionando il mercato nel mondo, aiuteranno a capire meglio.

LE BICICLETTE DI DECATHLON

In Francia Decathlon sta investendo sulle biciclette, mezzo di trasporto oggi al centro di una vera e propria strategia di rilancio della mobilità urbana anche a seguito dei timori di contagio da Coronavirus. Accedendo alla piattaforma Mypangee, Decathlon consente di noleggiare tutte le biciclette che ha in vendita con canoni di affitto al mese che variano per massimo tre anni.

Nella quota sono compresi anche l’assicurazione contro il furto e una serie di servizi tra cui revisioni e riparazioni presso i laboratori Decathlon.

Questa proposta non solo incontra le esigenze dei consumatori, ma anche delle aziende che potrebbero (laddove possibile) ipotizzare di creare una flotta su due ruote per i propri dipendenti.

I MOBILI DA NOLEGGIARE

Nel campo dell’arredamento invece, la startup israeliana Tulu, ha ideato le cosiddette “stanze per l’affitto” in cui è possibile recarsi per noleggiare anche per poche ore i prodotti necessari alla gestione domestica, come per esempio i piccoli elettrodomestici.

Nelle grandi città come New York, infatti, la maggior parte delle persone vive in alloggi in affitto in cui lo spazio può essere estremamente ridotto. Spesso poi si vuole evitare di comprare elettrodomestici che saranno di uso solo temporaneo. Così in grandi condomini o in palazzi sedi di uffici, Tulu allestisce spazi con tools da noleggiare per poche ore o per giorni pagando in proporzione all’uso.

Sulla stessa spinta innovativa lanciata già in Europa da Ikea, si colloca anche Feather, una società di arredo che ha lanciato a New York il noleggio di mobili partendo da dati inequivocabili: negli Usa i Millennials cambiano casa in affitto almeno dodici volte prima di comprarne una.

Nei negozi dei brand Feather si possono noleggiare per minimo tre mesi mobili di tutti i tipi che possono essere poi anche riscattati alla fine del periodo e nel costo del noleggio sono compresi anche alcuni servizi come la consegna e il montaggio fino alla sostituzione dell’arredo.

GLI SPAZI PRIVATI IN HOTEL

Uno dei settori più coinvolti e danneggiati dalla crisi dovuta al Covid-19 è sicuramente quello turistico. E gli hotel stanno pensando a come reinventarsi.

L’olandese Zoku, specializzata nell’ospitalità per chi viaggia per lavoro, sta operando un rebranding delle stanze dei suoi hotel, trasformandoli in spazi lavorativi completamente accessoriati, da affittare anche solo per un giorno.

Una sorta di “loft professionale privato”, con maggiore silenzio e privacy rispetto agli spazi da smart working.

Simile è quanto è stato fatto in Svezia dall’Hotel Stadt, a Lidkoping che ha modificato le stanze da letto in vere e proprie sale da pranzo private permettendo a chi desidera cenare fuori casa, di farlo in un ambiente privo di contatti con terze persone fatta eccezione per i propri ospiti.

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Ricercatrice senior, in Future Concept Lab approfondisce le tendenze della Distribuzione e dei settori del Beauty del Wellness e dei Servizi. Responsabile dell'Osservatorio della Distribuzione e del Consumo, conduce ricerche in diversi ambiti del consumo e coordina l’attività di consulenza strategica e formazione in LAB per clienti come UniCredit Group, Salmoiraghi&Viganò, Banca Carige, Arval, Panorama, Beiesdorf, Bulgari ed Esselunga. Coordina le Ricerche Qualitative e le attività relative al fieldwork e all’analisi dei risultati, come nelle ricerche Smemoranda, Marella, Barbanera, Inglesina. Laureata in Lettere Moderne, si sta specializzando in un Master di Socio-Psicoanalisi presso Ariele. Collabora come giornalista con alcune testate del settore dell’home-wear come CasaStile e Ambiente Cucina. È co-autrice dei volumi “Body Vision” (2004), “Living Trends” (2005), Consum-Autori (2008) e #Coolhunting Evolution (2018). Ha preso parte a Convegni in qualità di relatrice e svolge attività didattica presso Domus Academy, Istituto Marangoni e Politecnico di Milano sui temi legati alla domesticità e alla distribuzione.

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