realize agos logo 2020 color
  • 9 Dicembre 2024
  • Ultimo aggiornamento 2 Dicembre 2024 10:27
  • Milano

Noleggio a lungo termine: perché piace sempre di più

Evoluzione del car sharing e del rent-a-car, non è una forma di mobilità ma di acquisizione della propria auto, in uso esclusivo, servizi inclusi

Noleggio a lungo termine: perché piace sempre di più

Moltissimi automobilisti valutano il noleggio quando si addentrano nel percorso dell’acquisto di una nuova auto. Poi una minima parte la sceglie davvero, ma sono sempre di più ed è questo quello che conta. Al di là dei numeri, ci sono due aspetti degni di riflessione: la mobilità e le motivazioni di scelta.

RENT-A-CAR

Il noleggio è una forma di mobilità? Dipende. Nel caso del noleggio a breve, il cosiddetto rent-a-car, certamente sì. All’interno di un’esigenza di spostamento, eventualmente ma non necessariamente più ampia del solo tragitto in macchina, uno decide di usarne una in affitto. Per un tempo limitato, giorni o al massimo settimane, si assicura a piena disponibilità del veicolo, con tutti gli accessori indispensabili, dalle coperture assicurative all’assistenza o al soccorso, laddove capitasse.

È una scelta legata in dipendenza di uno specifico bisogno di mobilità: finito il bisogno, finisce il noleggio.

CAR SHARING

Nella medesima filosofia rientra il noleggio orario, detto car sharing. La differenza tra i due sta nel sistema di prelievo e rilascio del veicolo. Il car sharing si prende per strada, individuando la macchina attraverso una app e aprendola con lo stesso sistema. Al contrario, il rent-a-car funziona alla maniera del secolo scorso, con le macchine custodite all’interno di una stazione e disponibili solo con l’intervento umano, che compila un modulo picchiettando con le dita su una tastiera e controllando l’identità del cliente.

Tutto questo ovviamente avviene in pochi posti, generalmente aeroporti o stazioni ferroviarie importanti, e in orari di ufficio, che rendono il servizio non sempre comodamente accessibile.

Il mondo si sta interrogando in questi anni sulle ragioni che impediscono di noleggiare un’auto per tre giorni con una app, come si fa col car sharing, ma al momento non siamo ancora in grado di dare una risposta, se non quella più semplice e probabile: quando è apparso il car sharing, il rent-a-car già esisteva da circa un secolo e funzionava da allora allo stesso modo. Perché cambiare?

LUNGO TERMINE

Per il noleggio a lungo termine la risposta è altrettanto semplice, ancorché opposta. Non è una forma di mobilità, ma di acquisizione della propria auto, in uso esclusivo.

Quando e come questa macchina soddisferà le esigenze di mobilità del suo padrone, è vicenda che non riguarda il fornitore del noleggio. Questi non saprà se sarà usata di giorno o di notte, in città o in autostrada, spesso o raramente. Il suo impegno si esaurisce con la disponibilità e con la gestione del veicolo, dalle coperture alla manutenzione a tutte le altre necessità, che sono un presupposto della mobilità, ma non la mobilità in sè.

Questa forma sta riscontrando un crescente interesse presso gli automobilisti. Vediamo perché.

PERCHÈ PIACE

L’esperienza di acquisto dell’auto è fortemente emotiva, anche se ammantata di tanto pensiero razionale, di calcoli sulla convenienza. Il noleggio offre non solo la vettura (sebbene non in proprietà e per metà) ma anche tutti gli accessori, che abbiamo già indicato.

Il pagamento mensile è disponibile in altre opzioni, come pure quei servizi, più o meno raggruppati, ma il noleggio propone un bundle unico. Una tale formula rafforza i singoli servizi, come in una casa di carte, dando la percezione di un valore aggiunto unico.

Questa cosa piace, è inutile negarlo. Quanto poi sia pure il sistema più conveniente è una questione che rimane fuori dalle valutazioni, visto che i privati tendono a eludere i calcoli. Anche perché negli ultimi anni il noleggio, grazie al super-ammortamento e ad altri fattori interni all’industria, ha potuto proporre canoni particolarmente aggressivi.

Adesso si misurerà quanto, senza il vantaggio del prezzo, il sistema sia capace di sedurre gli automobilisti.

Sono professore di Marketing e Sistemi di Distribuzione e Vendita. Ho insegnato presso la LUISS di Roma e Alma Mater di Bologna, nonché in altri prestigiosi atenei. Ho fondato e dirigo il Centro Studi Fleet&Mobility e l’Istituto Sperimentale di Marketing. Ho creato e animo la community La Società del Marketing e i format La Capitale Automobile e Auto-conversazioni, tutti luoghi dedicati al confronto e al dibattito speculativo. Sono stato il co-fondatore, insieme all’amico e maestro Tommaso Tommasi, di InterAuto Fleet&Mobility e il direttore scientifico di Car Fleet. Pubblico regolarmente articoli su IlSole24Ore, Il Giornale, InterAuto News e altre testate. Sono stato consulente del CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo dell’UE) per la Direttiva sul Mercato Unico Retail della Commissione Europea. In una precedente carriera (o vita?) sono stato manager di Hertz Leasing (Ford Credit), Colgate-Palmolive, Cirio-Bertolli-De Rica ed Ellesse, con esperienze in Italia e all’estero, oltre che consulente per lo Studio Ambrosetti, a capo della practice sales&marketing. Ho conseguito un master in marketing e commercio internazionale (Istituto per il Commercio Estero), conseguito dopo la laurea in giurisprudenza alla Federico II di Napoli e la maturità classica presso i Salesiani. Vivo a Roma, con mia moglie e i nostri due figli.

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *