realize agos logo 2020 color
  • 25 Aprile 2024
  • Ultimo aggiornamento 23 Aprile 2024 12:29
  • Milano

Il consumatore “traditore”: chi è e come si comporta

Un’indagine Nielsen dimostra come sempre più persone amino cambiare brand e provare prodotti nuovi. E uno studio Bain & Company e GfK Consumer Panel & Services rincara la dose: italiani infedeli anche al 90%

Il consumatore “traditore”: chi è e come si comporta

Bisogna che i venditori si facciano più astuti e capiscano che oggi più che mai hanno a che fare con consumatori pronti a “tradirli” con sempre maggiore facilità.

Nell’ultimo rapporto globale di Nielsen, intitolato Disloyalty e pubblicato a fine giugno, è evidente come tutti coloro che hanno fatto affidamento sulla regola 80/20 secondo la quale il 20% del portafoglio clienti genera l’80% delle vendite, debba ricredersi. Oggi la situazione è notevolmente cambiata.

IL DESIDERIO DEL NUOVO

Sempre più persone sono interessate a provare qualcosa di nuovo e hanno desiderio di sperimentare, grazie anche a un reddito pro-capite che glielo consente (soprattutto nelle fasce medio-alte dei paesi emergenti). Dunque accade, come riporta Nielsen, che solo l’8% dei consumatori globali si dica oggi fedele al marchio e al prodotto che ha sempre acquistato, mentre il 42% dichiari di adorare il fatto di provare spesso nuovi brand.

L’America, da sempre paese anticipatore delle tendenze più rilevanti, vede solo il 9% di consumatori “fedeli”, con un 36% interessato a provare le novità.

Ma c’è di più. Uno studio presentato a luglio da Bain & Company e da GfK Consumer Panel & Services, che ha analizzato per tre anni le abitudini di acquisto di 10 mila famiglie italiane su 1700 brand del largo consumo, evidenzia come i consumatori abbiano un tasso di infedeltà che arriva al 75%, con punte del 90% per prodotti che hanno più concorrenza.

LE SOLUZIONI

Ecco dunque che la “lealtà al brand” non è più un valore intangibile da poter considerare in modo virtuoso. E la fatica che dovranno fare le aziende per restare saldamente nel cuore e nella memoria dei consumatori rischia di aumentare in modo esponenziale.

Come fare? Le analisi empiriche suggeriscono che la soluzione non si trova nell’aggiungere offerta sul mercato. Secondo Nielsen, infatti, l’80% dei nuovi prodotti immessi nel largo consumo non hanno portato incrementi nelle vendite: in pratica sono stati fatti per nulla.

Dunque accade il contrario: generare nuovi prodotti che nessuno vuole può ridurre la redditività di un brand.

Allo stesso tempo, anche lavorare sul prezzo (che pure è una variabile che influenza le scelte di acquisto) può portare solo parzialmente a una soluzione. Non è questa infatti la voce determinante.

Oltre a migliorare il rapporto qualità-prezzo, che secondo la ricerca Nielsen è l’elemento preso in considerazione in misura maggiore dai consumatori e che li influenza nelle scelte d’acquisto, una delle strategie più efficaci, secondo la ricerca Bain, consiste nell’aumentare la penetrazione sul mercato.

E per buona parte delle marche italiane c’è ancora molto spazio: solo 5 marche su 1.700 arrivano a una penetrazione del 50%, mentre l’80% penetra meno del 10%.

administrator
Giornalista, digital addicted, lavora sui contenuti per dare qualità ai prodotti editoriali che segue. Perché oggi più che mai la qualità di ciò che si racconta fa la differenza

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *