Consumo responsabile (e non solo sostenibile), condivisibile, rassicurante. Consumo inteso come “bene comune”. È con questi termini che oggi guardiamo alla trasformazione del mondo dei consumi alla luce di quanto sta accadendo nel mondo con la diffusione del Coronavirus.
VULNERABILI E RESPONSABILI
Il Covid-19 ci ha reso vulnerabili, con la sua minaccia diretta nei confronti di quanto di più caro abbiamo: la salute nostra, dei nostri familiari, della comunità a noi più vicina.
Un colpo inferto alla nostra integrità: prima di tutto dal punto di vista immaginario e simbolico, poi dal punto di vista reale e del nostro sistema di vita. Quindi anche dei consumi. Il suo impatto devastante cambierà comportamenti, rafforzerà valori, sconvolgerà le priorità.
L’indicazione, anche per il mondo del marketing e del commercio, è più chiara che mai: rafforzare tutto ciò che coinvolge conoscenze e competenze per prenderci cura gli uni degli altri, riconoscendo l’importanza del bene comune, comprendendo che questo è un elemento costitutivo della nostra comune umanità: sentirsi responsabili e fare la propria parte.
I CONSUMI CHE CRESCERANNO
Tutti i consumi di comunità cresceranno, così come l’alimentare per le famiglie (la gdo ha conosciuto una crescita superiore al 10% anche per la mancanza di alternative con la chiusura di bar e ristoranti) e perfino il mondo dei classici giochi in scatola come Monopoli, Risiko e Scarabeo, mentre subiranno una battuta d’arresto sia il lusso che i consumi rivolti ai capricci del momento.
L'EVOLUZIONE IN CORSO
Quella che abbiamo davanti è sicuramente un’evoluzione del consumatore, e va nella direzione che era già chiara prima del contagio: ciascuno sviluppa una consapevolezza nuova, tanto da diventare ConsumAutore, più deciso e selettivo.
Si diventa più esigenti e accurati nelle scelte. Nelle fasi acute di crisi (civili, sociali, sanitarie) dopo il primo momento di sconcerto, emergono infatti progressivamente i più bravi, i più preparati, i più attrezzati ad affrontare l’emergenza: i professionisti e gli specialisti, quelli che “sanno” e dimostrano competenza, orientando il comportamento dei consumatori-cittadini che per sopravvivere accettano di fidarsi.
In questo caso sono stati i medici, i virologi, gli epidemiologi, ma nei consumi la ricaduta sarà inesorabile: tutto dovrà essere certificato e vagliato secondo i dettami della scienza, degli esperti, degli specialisti.
DIREZIONE CAMBIAMENTO
Siamo dunque destinati a un cambiamento. Nulla sarà più come prima, né in termini di consumo che di comunicazione.
Quando la velocità del vero che si misura ogni giorno alle 18.00 con la tragica conta di morti e contagiati, prevale sulle opinioni manipolatorie, assistiamo a una rara “ecologia dell’informazione” che dimostra la potenza della realtà, ribellandosi alle manipolazioni: le letture faziose e “di parte” vengono spazzate via dall’evidenza dei fatti.
Come avviene in guerra.
Tutto questo porterà a una riflessione nuova nei confronti dei consumi ma anche della comunicazione che dovrà attenersi per molto tempo a criteri di credibilità più che di visibilità.
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