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  • 5 Ottobre 2024
  • Ultimo aggiornamento 30 Settembre 2024 12:43
  • Milano

Saldi estivi 2021: quanto spenderemo e come

Le stime di Confcommercio parlano di 74 euro a testa. Con un ritorno ai negozi di vicinato

Saldi estivi 2021: quanto spenderemo e come

Il 1 luglio sono iniziati in Sicilia. E a parte la Provincia Autonoma di Bolzano dove inizieranno il 16, la Puglia (24) e la Basilicata (2 agosto), in tutta Italia i saldi estivi sono partiti da sabato 3 luglio in modo compatto e uniforme con un coordinamento a livello centrale approvato dalla Conferenza delle Regioni. E le prospettive sono buone.

Secondo l’ufficio studi di Confcommercio, 15,5 milioni di famiglie spenderanno in media 171 euro in saldi, ovvero circa 74 euro a persona per un totale di 2,6 miliardi di euro di giro d’affari.

Allo stesso modo, Confesercenti ha calcolato la parte della quattordicesima (laddove spetti) che i lavoratori dipendenti intendono spendere per i saldi: il 10% del totale, che significa una spesa generale di 690 milioni di euro (fra giugno e luglio, circa 7,5 milioni di italiani riceveranno una mensilità in più, per un totale di circa 6,8 miliardi di euro). La restante parte andrà per le vacanze (29%), per saldare conti in sospeso (21%), in spese sanitarie (9%), per risparmio e investimenti (fra il 5 e il 10%).

Federazione Moda Italia di Confcommercio ha sottolineato da parte sua che le aspettative di spesa media a famiglia sono in crescita rispetto allo scorso anno (+21%), ma l’assenza dello “shopping tourism”, che da solo vale circa 800 milioni di euro per uno scontrino medio nella moda di 861 euro, fa prevedere una perdita del 40% rispetto ai livelli pre-Covid.

LE REGOLE A CUI FARE ATTENZIONE

Detto questo, e a maggior ragione perché di merce da riproporre ce n’è molta in giro, è sempre necessario fare attenzione a quello che si compra e a come lo si fa. Le regole per i saldi “chiari e sicuri” che ogni anno Confcommercio pubblica, si riassume in poche semplici regole attualizzate alla situazione pandemica ancora in corso e dunque fondamentali:

  • mantenere il distanziamento sociale nei negozi;
  • sanificare le mani prima di toccare i prodotti;
  • usare sempre la mascherina all’interno soprattutto quando si indossano capi;
  • il cambio dell’oggetto acquistato in saldo è sempre a discrezione del negoziante a meno che non sia danneggiato;
  • i prodotti messi in vendita devono essere stagionali o comunque di moda oltre che deprezzati;
  • deve essere sempre indicato il prezzo normale, lo sconto e il prezzo finale;
  • la prova dei capi non è obbligatoria ma è a discrezione del negoziante;
  • i negozianti devono accettare i pagamenti con carta di credito meglio se cashless.

IL SOSTEGNO AL SETTORE MODA

L’iniziativa di coordinamento di avviare i saldi in un’unica data è comunque positiva e va anche nella direzione di non agevolare una regione piuttosto che un’altra nell’offrire anticipatamente condizioni vantaggiose di acquisto. Risponde all’esigenza di “riequilibrare un mercato condizionato dai lockdown e di evitare ulteriori confusioni tanto ai consumatori quanto agli operatori del dettaglio moda” ha spiegato in una nota Renato Borghi, il presidente di Federazione Moda Italia.

Gli esercenti infatti devono fare i conti con le chiusure da zona rossa dei mesi precedenti e al contempo con la necessità di programmare gli ordini con dieci mesi di anticipo, oltre che con il deprezzamento delle merci non vendute. “La data unica, soprattutto in un momento così delicato per il ritorno ad una nuova normalità, evita una inutile competizione tra regioni” ha detto Borghi chiedendo anche un contributo sotto forma di credito d’imposta del 30% delle rimanenze per le aziende del settore aggiungendo che “senza correttivi, l’intera filiera è a rischio”.

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