Scoperte, nuove esigenze e nuove abitudini quotidiane, priorità diverse nelle scelte di consumo. L’ultima indagine del Doxa Futuring Lab dal titolo “Special Report 2020: The New Normal” illustra gli ambiti principali in cui, per effetto dell’emergenza Covid-19, i consumatori hanno modificato le loro richieste e aspettative.
Il report è articolato su quattro focus tematici:
- casa e nuove funzionalità;
- digital boost;
- servizi per la persona;
- responsabilità sociale.
Tutti segnali di un cambiamento che il mondo delle imprese deve intercettare e seguire con velocità per non deludere il bacino dei consumatori.
LA CASA È SMART
Per tutti (lavoratori, studenti, casalinghe) la casa è stato il luogo chiave più vissuto durante l’epidemia. Con il lockdown forzato è stato necessario ripensare agli spazi e al loro uso per consentire a tutti di poter rispondere alle nuove esigenze: dallo smartworking alla didattica a distanza.
L’attenzione principale si è dunque spostata verso l’uso della tecnologia, ma non solo. La costrizione in casa ha spinto molti a rivedere anche l’estetica dei propri ambienti e le modalità di permanenza, per renderla più piacevole.
Dall’analisi emerge come il periodo post COVID-19 abbia anche rafforzato l’orientamento degli italiani verso abiti e oggetti non solo funzionali ed efficienti, ma anche belli da vedere. Un esempio su tutti: i purificatori d’aria, da semplici device utili per una sana vita casalinga, si sono trasformati in veri e propri oggetti di arredo e di design. Una tendenza questa destinata a perdurare.
IL DIGITALE AL CENTRO
Il consumatore oggi cerca app, strumenti e soluzioni digitali molto più di quanto non facesse prima dell’emergenza COVID-19: dalle possibilità di incontri virtuali all’e-commerce, l’accesso al mondo digitale è diventato un must.
Tanto che il tema della disintossicazione digitale è stato momentaneamente accantonato. “Le paure e le tensioni normalmente destinate ai più giovani, infatti, sono passate in secondo piano e l’e-learning, con le sue attuali difficoltà, sta legittimando l’uso della tecnologia anche da parte dei più piccoli, che si stanno rivelando sempre più disinvolti e indipendenti” si legge nel report.
“Al di fuori della didattica, alcuni brand stanno sviluppando soluzioni per offrire un aiuto ai genitori nell’intrattenere i bambini tramite speaker e assistenti vocali, mentre altri stanno avvicinando le generazioni più giovani alla robotica secondo una logica “edutaiment” che si pone l’obiettivo di coniugare gioco e istruzione”.
In Italia (e non solo) resta però un problema: il digital divide, ovvero la differente possibilità di accesso al digitale.
Alcune categorie, i più anziani e le famiglie a basso reddito, che rischiano di restare indietro e non beneficiare di quella connettività ormai fondamentale. Le aziende e le istituzioni, spiega il report di Doxa Futuring Lab, dovranno dunque lavorare affinché la vita online possa essere davvero alla portata di tutti.
LA CURA DELLA PERSONA
Un altro effetto rilevante del Covid-19 risiede nel fatto che molti consumatori hanno potuto dare più spazio alla cura del proprio sé riscoprendo quindi hobby e passioni messe da parte in tempi di normale routine.
Questo ha portato, in alcuni casi, anche a un cambio di abitudini che da straordinarie potrebbero diventare costanti nella nuova normalità. Basti pensare per esempio alla riscoperta della cucina casalinga o alla scoperta (per alcuni) del servizio di delivery a discapito delle uscite per ristoranti e pizzerie.
AZIENDE E COLLETTIVITÀ: LA CSR AL TEMPO DEL CORONAVIRUS
Una cosa è certa: nella fase della ripresa gli aspetti psicologici e sociali imposti dal lockdown continueranno a giocare un ruolo centrale. Al di là delle singole vite, in molti hanno scoperto che esiste una collettività più ampia che necessita di essere salvaguardata e sostenuta adeguatamente.
È anche per questo che il consumatore, raggiunta questa consapevolezza, ha iniziato a porre ancora più attenzione sulle iniziative di responsabilità sociale intraprese dalle aziende. E che saranno discriminanti, nel prossimo futuro, nel definire una relazione proficua (o meno) tra consumatore e brand.