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  • 25 Aprile 2024
  • Ultimo aggiornamento 23 Aprile 2024 12:29
  • Milano

Il mercato dell’efficienza energetica in Italia

Il settore è in costante crescita. Ma far parte di chi ci crede (40%) o meno (60%) dipende da tre fattori: il ciclo di vita, la situazione economica e la sensibilità al tema

Il mercato dell’efficienza energetica in Italia

In Italia, il mercato dell’efficienza energetica sta crescendo costantemente, seppur a macchie di leopardo.

Il 2018, secondo i dati del Rapporto annuale dell’Enea, è stato un anno d’oro con oltre 360 mila interventi da parte delle famiglie per 3,3 miliardi di investimenti.

Solo nel 2018 l’uso dell’ecobonus (introdotto nel 2007 come incentivo sulle spese in efficienza energetica) ha consentito un risparmio complessivo di 16 milioni di megawattora (MWh), equivalenti al consumo medio annuo di energia elettrica e termica delle famiglie di una città di 2,5 milioni di abitanti.

Di più: in dodici anni il totale degli investimenti è arrivato a 39 miliardi, con un risparmio cumulato di circa 100 milioni di MWh.

Un buon segnale, senza dubbio, che trova il cuore dell’attività soprattutto nell’ambito residenziale e nelle iniziative delle famiglie (l’80% degli investimenti nel mercato dell’efficienza energetica è nell’ambito residenziale).

ISOLAMENTO SI, FOTOVOLTAICO NO

L’Osservatorio Casa Green 2019, condotto da Eumetra MR, alla terza edizione, conferma la crescita del mercato.

In particolare, lo studio evidenzia come, nonostante il sentiment di consumo piuttosto freddo (cioè la scarsa propensione delle famiglie a spendere o investire) il mercato cresce in tre direzioni:

  • l’isolamento termico della casa (cappotto, coibentazione del tetto, serramenti con materiali isolanti) che, a fronte di un investimento consistente, produce una vera efficienza, non solo ecologica ma anche economica, due motivazioni più che valide per giustificare l’investimento necessario;
  • le caldaie a condensazione che, del resto per legge, sostituiscono le caldaie tradizionali man mano che finiscono la loro “vita” (mentre le pompe di calore, in grado di produrre vera efficienza, rimangono ancora una nicchia);
  • la Smart Home, che sta destando curiosità e interesse, grazie anche alla diffusione degli assistenti vocali (come Alexa o Google Home) che, più familiari di una misteriosa centralina domotica, dopo essere stati opportunamente connessi agli apparecchi di casa (elettrodomestici, riscaldamento o antifurti) possono permettere la gestione degli apparecchi stessi, anche in remoto, tramite app.

Al contrario, gli impianti fotovoltaici per uso domestico non mostrano segnali significativi di sviluppo.

È infatti una scelta che presenta ancora limiti oggettivi: si tratta di un investimento importante che porta benefici in termini di autonomia della produzione di energia, di investimento intelligente sulla casa grazie agli sgravi fiscali, e importantissimo, un minor impatto ambientale.

Ma dal punto di vista del risparmio economico tale investimento non è così rilevante, infatti, a meno che ci si possa staccare dalla rete grazie alle batterie di accumulo, la bolletta relativa al consumo di energia non diminuisce sensibilmente (a causa delle voci di spesa fissa).

LE VARIABILI CHE FANNO LA DIFFERENZA

Le variabili che influiscono maggiormente sulla scelta di investire o meno in efficienza energetica sono fondamentalmente tre:

  • il ciclo di vita del singolo e l’interesse verso una progettualità futura (essere soli o avere famiglia, avere l’età e la forza psicologica per progettare un investimento oppure no…);

  • la quantità di risorse economiche a disposizione;

  • il livello di istruzione: più è elevato, più aiuta a comprendere che trascurare i bisogni della comunità porta del male anche a se stessi.

I CONSUMATORI POSITIVI

Ruota intorno a tali variabili, infatti, la segmentazione degli intervistati dell’Osservatorio Casa Green, realizzata grazie ad analisi statistiche che hanno raggruppato le famiglie in sei “tipi”, per semplicità riconducibili a due macro sottoinsiemi.

La prima macro-categoria occupa il 40% del totale è composta da chi ha un atteggiamento positivo verso l’efficienza energetica. Al suo interno si trova:

  • un 10% di veri “Realizzatori” (cioè coloro che hanno investito effettivamente nell’efficienza energetica, hanno almeno 50 anni e maggiori risorse economiche);
  • un 11% di “Innovatori” con pari sensibilità dei “Realizzatori”, ma più giovani e dunque con una maggiore progettualità, e che possono contare su discrete risorse (magari anche grazie alla famiglia di origine);
  • un 19% di “Aspiranti” che rappresentano giovani famiglie, dunque desiderose di fare progetti, ma che – data la scarsità di risorse- non possono soddisfare i propri desideri.

I CONSUMATORI NEGATIVI

La seconda macro-categoria – che occupa il restante 60% del totale e costituisce dunque la maggioranza, ha un atteggiamento meno aperto verso gli investimenti in efficienza energetica.

In questo macro segmento il peso complessivo delle persone mature, oltre i 50 anni, è maggiore che nel precedente. Al loro interno troviamo:

  • un 18% di “Pragmatici” (senior cittadini, tradizionalmente sensibili al tema green, ma ora piuttosto distratti da altre priorità e attenti ai costi);

  • un 22% di “Equilibristi” (di età compresa tra i 30 e i 40 anni, economicamente precari);

  • un 20% di “Tradizionalisti”, il gruppo più anziano ed ancorato a stili di acquisto tradizionali (necessità estrema di supporto tecnico, difficoltà a comprendere le nuove tecnologie, chiusura verso finanziamenti), che dunque presenta diverse barriere riguardo agli acquisti in efficienza energetica.

NORD E SUD

Infine, anche dal punto di vista geografico, ci sono diverse velocità: un Nord Est, parte del Nord Ovest e parte del Centro Italia più attenti al green, sia riguardo agli investimenti in efficienza energetica, sia riguardo a comportamenti personali di minor spreco energetico (attenzione al consumo di energia, di acqua, maggior uso dei mezzi pubblici).

Si tratta indubbiamente di un contesto culturale più favorevole, cioè più sensibile o che da più tempo ha adottato politiche in questa direzione. Tuttavia si registrano segnali incoraggianti di crescita in questo senso anche in alcune regioni del Sud.

contributor
Responsabile delle ricerche sull’energia e l’efficienza energetica di Eumetra MR, è ricercatrice sociale e di mercato da trent’anni. Laureata in Sociologia, ha un Master in Digital Marketing ed è giornalista pubblicista dell’Ordine della Lombardia. Ha lavorato in diversi Istituti (in Eurisko /Gfk per quasi vent’anni), traendone una lunga esperienza, tra gli altri, nel settore dell’Energy e delle Utility.

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