C’è un prima e un dopo lockdown da Covid-19 nella storia della Corporate social responsibility delle imprese. Non tanto nella continuità dello sviluppo delle proprie strategie, dato che le imprese responsabili hanno continuato a seguirle e, in alcuni casi, anche ad implementarle, bensì negli aspetti da curare.
Naturalmente, soprattutto nei primi mesi dell’emergenza da Covid-19, l’aspetto più evidente è stato quello filantropico. Moltissime aziende e fondazioni di tutte le dimensioni hanno effettuato donazioni in denaro, beni o servizi, a ospedali, protezione civile, associazioni non profit. Secondo gli ultimi dati di italianonprofit.it sono stati oltre 760 i milioni donati.
Altre hanno preferito mettere in campo iniziative dirette a favore della comunità e delle persone più fragili.
Ecco dunque che nei mesi scorsi le parole chiave da seguire sono state:
- solidarietà;
- vicinanza;
- collaborazione.
Ma per il futuro, passata la tempesta, credo che torneranno ad essere centrali parole come:
- innovazione;
- trasparenza;
- condivisione.
IL BISOGNO DELLA RESILIENZA TRASFORMATIVA
Come sappiamo infatti la pandemia è stata (e resta ancora) una sfida senza precedenti a cui nessuno era preparato. In un momento di grande difficoltà è apparsa ancora più evidente l’importanza di collaborare con gli stakeholder, uno dei punti cardine di ogni politica di CSR.
Si è iniziato anche a parlare di come migliorare la capacità di resilienza e farla diventare trasformativa. La resilienza trasformativa implica l’adozione di uno sguardo aperto, di una visione olistica, della convinzione che trasformare in meglio la società debba essere un obiettivo condiviso.
È necessario pensare al futuro in modo differente: quando è trasformativa la resilienza porta con sé flessibilità, innovazione, creatività.
Diventa, in sintesi, un’opportunità.
IL CAMBIAMENTO
Di certo ci sono oggi due livelli di aspettative da parte dei consumatori. Un primo livello riguarda il settore pubblico, un secondo livello quello privato.
È chiaro che rispetto al tema della salute le aspettative sono più forti nei confronti del primo. In generale alla Pubblica Amministrazione si chiede di essere più efficiente, più trasparente, di promuovere la ricerca, di investire nell’innovazione. E questo non è mutato durante il periodo del Covid. Anzi, semmai si è rafforzato.
Alle aziende, invece, oggi il consumatore chiede di assumere un ruolo diverso e di cambiare il modo stesso di “fare impresa”. Oltre che di comunicare il proprio impegno: un esempio sono le tante campagne realizzate nel periodo dell’emergenza sanitaria dove molti brand hanno scelto di comunicare le azioni a favore di dipendenti, territorio, comunità e non il prodotto o il servizio.
Gli spot hanno adottato un mood diverso che si avvicina a quello della comunicazione sociale: in ogni messaggio si parla infatti di valori, di impegno, di condivisione. E molto meno di prodotto.
IL RECUPERO DELLA RELAZIONE
E l’esigenza continuerà ad essere questa. Sanità, lavoro e ambiente continueranno ad essere ancora a lungo le tre priorità da mettere al centro della comunicazione dei brand affinché possano raggiungere davvero le esigenze del consumatore finale.
Certamente dovrà cambiare l’approccio alla comunicazione: oggi deve essere relazione, più che in passato, ed è fondamentale l’ascolto e il dialogo con gli stakeholder. Quindi l’impresa deve essere aperta e “dialogante” se vuole veder crescere la qualità delle relazioni con i pubblici interni ed esterni e quindi il proprio capitale relazionale.
L’ambiente, in particolare il cambiamento climatico, continuerà ad essere prioritario anche perché si è capito che la salute delle persone è strettamente collegata alla tutela dell’ambiente. È per questo che, al contrario di quanto affermato da alcuni, la crisi sanitaria ed economica non porterà a un rallentamento nel percorso verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, il piano dell’Onu che entro il 2030 si è posto 17 obiettivi di sostenibilità con 167 target diversi.
La salute del nostro pianeta ha acquisito ancora più di significato dopo questo periodo di epidemia. E l’attenzione nei suoi confronti anche da parte del mondo delle imprese non potrà venir meno.