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  • 19 Marzo 2024
  • Ultimo aggiornamento 14 Marzo 2024 10:17
  • Milano

Credito al consumo: lo scenario nei primi 9 mesi del 2020

I dati dell'Osservatorio sul credito al dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia parlano chiaro: nonostante il rimbalzo parziale del terzo trimestre per la vera ripresa bisognerà aspettare il 2022

Credito al consumo: lo scenario nei primi 9 mesi del 2020

La frenata c’è. Nei primi nove mesi del 2020 la pandemia di COVID-19 ha provocato un brusco arresto del credito al consumo: le erogazioni si sono ridotte di circa un quarto (-24,8%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Ma qualche segnale positivo si intravede: nel terzo trimestre si registra un parziale recupero, in linea con il graduale miglioramento degli indicatori macroeconomici durante i mesi estivi e con il relativo allentamento delle misure di contenimento della pandemia. Un comparto che non soffre è invece quello dei mutui immobiliari, trainato dal boom delle surroghe.

IL CREDITO AL CONSUMO

Sono queste le principali conclusioni a cui arriva la 49^ edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia. La contrazione generale dei primi nove mesi, trova un barlume di positività nel terzo trimestre dell’anno con crescite a doppia cifra per alcuni prodotti: in particolare per i finanziamenti finalizzati per l’acquisto di auto e moto, cresciuti del +16,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, principalmente grazie all’evasione degli ordini dei mesi precedenti, alla spinta fornita dagli incentivi e dalla maggiore necessità di mobilità individuale e sostenibile.

Ma non basta: le erogazioni complessive del settore nei primi nove mesi chiudono in negativo (-18,3%).

I finanziamenti finalizzati all’acquisto di altri beni/servizi (appartenenti a settori quali arredo, elettronica ed elettrodomestici, energie rinnovabili, ciclomotori ed altri beni e servizi finanziabili), nel terzo trimestre 2020 riescono a replicare i volumi di un anno prima, recuperando in parte il deciso calo della prima metà dell’anno.

L’evoluzione complessiva dei primi nove mesi del 2020 si porta a -15,2%. Nel terzo trimestre è stata trainante la buona performance dei finanziamenti per mobili/arredamento (+14,4%), grazie alle riaperture dei punti vendita nonché alla crescente esigenza di rendere la casa più efficiente e confortevole.

Segnali di recupero nel terzo trimestre anche dai finanziamenti destinati agli acquisti di impianti “green” e di beni per l’efficientamento energetico della casa, sull’onda della proroga delle agevolazioni fiscali varate dal Governo e di quelli finalizzati ad acquisti di ciclomotori.

I finanziamenti per l’acquisto di elettrodomestici/elettronica restano in territorio negativo, accusando un calo del -10% nei nove mesi e del -1,9% nel terzo trimestre.

I MUTUI IMMOBILIARI

Nei primi 9 mesi del 2020 le erogazioni di mutui immobiliari alle famiglie consumatrici crescono nel complesso del +12,7%.

A trainare il comparto sono state le surroghe, che registrano un vero e proprio boom grazie a tassi di riferimento ancora estremamente vantaggiosi, che hanno indotto le famiglie in cerca di soluzioni più sostenibili a surrogare anche mutui di recente stipula. Nel corso del terzo trimestre, tuttavia, si assiste a una ripresa anche dei mutui d’acquisto, che, dopo il brusco arresto prodotto dal lockdown nei primi due trimestri dell’anno, segnano un +6,9%.

LE PROSPETTIVE

Secondo quando si legge nell’Osservatorio, quanto accaduto nel 2020 condizionerà ancora per un po’ la domanda di credito e solo a partire dal 2021, con il progressivo miglioramento dell’attività economica, ci sarà un maggior ricorso ai finanziamenti, anche grazie a tassi di interesse che si manterranno bassi.

Il rimbalzo del 2021, per quanto condizionato dal permanere di incertezza legata all’efficacia delle azioni di contrasto del virus e alla distribuzione dei vaccini, favorirà un maggiore ricorso al credito da parte delle famiglie per finanziare piani di investimenti di lungo periodo come l’acquisto dell’abitazione anche legato alle nuove necessità abitative create dalle diverse abitudini imposte dalla pandemia.

La domanda di mutui sarà inoltre stimolata dai bassi tassi di interesse.
“L’impatto della recessione sulla capacità delle famiglie di sostenere l’onere del debito sarà ancora limitato dalle misure varate dal Governo a sostegno dei redditi e dai meccanismi di moratoria e dal mantenimento di bassi tassi d’interesse” si legge nell’Osservatorio, “ma la rischiosità continuerà a essere un fattore di attenzione anche nel corso del 2021, a causa della dinamica del reddito e delle prospettive del mercato del lavoro, che potrebbero incidere in modo negativo sulla capacità di riprendere il pagamento delle rate al termine del periodo di sospensione legato all’applicazione delle moratorie”.

È invece prevista una sua riduzione nel 2022 grazie al consolidamento della crescita economica e alla minor formazione di crediti deteriorati. A partire da quest’anno infatti, il credito al consumo tornerà a crescere in linea con l’andamento dei fondamentali macroeconomici sottostanti.

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