Ben 6,7 giovanissimi su 10 si affidano agli influencer per le loro scelte di consumo. Ormai il cambiamento è fatto: i consumi sono diventati un processo sociale. Non più solo individuale.
Il dato, alquanto significativo, è contenuto in una recente indagine condotta dalla società di consulenza Buzzoole, in collaborazione con Koniqa, su 2.000 italiani appartenenti alla Generazione Z e in particolare di età compresa tra 18 e i 24 anni (la GenZ abbraccia infatti i nati tra il 1997 e il 2012, dunque di età compresa tra i 24 e i 9 anni). Il campione, selezionato proprio in base agli obiettivi proposti dall’analisi di Buzzoole, ha mostrato una serie di tratti comuni che non lasciano dubbi sulle loro competenze digitali, sul loro modo di concepire l’atto di acquisto, sulle fonti che usano per informarsi.
Sono cittadini digitali, spaziano nelle loro ricerche in tutto il mondo e soprattutto hanno molta fiducia nella tecnologia. Per loro il consumo è appagamento personale ma anche un modo per essere “diversi”, per marcare il territorio e il gruppo sociale a cui decidono di voler appartenere (almeno in apparenza). Ma nelle loro scelte non sono autonomi: il 67% di loro infatti si affida alle indicazioni degli influencer che individuano sui social media, a partire da Instagram e TikTok.
E proprio in base alla propensione e alle modalità con cui si avvicinano ai consumi, la survey suddivide la Generazione Z in sette diversi profili di giovani consumatori