C’è un fattore che distingue il consumatore italiano dagli altri: la capacità di interpretare il mondo e di esprimere attraverso le scelte di acquisto una progettazione del proprio vivere. Una tendenza insita nel nostro modo di essere, nella nostra cultura abituata alla creatività che ha segnato una vera e propria metamorfosi del soggetto consumatore da semplice acquirente di beni a “consum-Autore”.
Un soggetto in grado cioè di valutare la reale qualità del prodotto con un piglio critico che lo contraddistingue e che, proprio per la sua profondità, ha reso difficile il lavoro di molti brand (del lusso, ma non solo) che hanno sempre guardato al nostro Paese come a un banco di prova arduo da superare: gli italiani sanno valutare le reali qualità di un prodotto, da sempre immersi in una cultura del bello in cui si sono inserite nel tempo aziende che hanno dovuto conquistare un posizionamento adeguato alle richieste.
LE CONSEGUENZE DELLA DIGITALIZZAZIONE
In questo contesto la digitalizzazione è stata portatrice di un doppio fenomeno. Se ha permesso una maggiore fruizione e personalizzazione delle scelte di consumo attraverso la capacità di elaborare le informazioni in tempi rapidi per trasformarle in valore, la velocità con cui si è insinuata nella quotidianità ha creato una ubriacatura nei consumatori, rischiando in molti casi di appiattire questa capacità di selezione e ricerca dell’alta qualità del prodotto che ci ha da sempre contraddistinti.
Anche gli italiani infatti hanno subito una fascinazione legata alla potenza dell’algoritmo, ai social, al narcisismo che ne deriva, alla predominanza dello smartphone sul computer e ai tempi di reazione che l’uso di questo strumento di comunicazione comporta.
Ora sta arrivando il momento del recupero di lucidità, la fase in cui la capacità di essere “autori” delle proprie scelte di consumo sta emergendo di nuovo con una volontà di discernimento che si nutre di digitalizzazione senza esserne accecata.
Il 2020 sarà un anno di svolta in cui si chiuderà la fase in cui abbiamo assorbito, in buona parte subito e solo in minima parte metabolizzato, il dominio del potere digitale.
LA NUOVA VITA DEL CONSUM-AUTORE
Entro il 2030 avverrà qualcosa di molto diverso: la manifestazione della reazione del consumatore a questo appiattimento, un consumatore che oggi inizia a condividere opinioni e informazioni e a costruire anticorpi che prima non aveva, grazie a una riflessione filosofica sul fatto che in fondo per tornare a essere consum-Autori basta maggiore consapevolezza.
Google, Amazon, Facebook sono stati visti come il futuro ma il dark side che potevano esprimere non veniva considerato. Oggi non è più così.
Si sta sviluppando una coscienza e un giudizio critico nei confronti di un mondo acritico, guidata da una sorta di alleanza tra nuclei generazionali, in particolar modo gli ExpoTeens (13-15 anni), gli ExperTeens (16-19 anni) e i CreActives (20-25 anni) insieme alle donne e mamme, ovvero coloro che usano il digitale per raccontare le loro esperienze e costruire la propria identità.
E questa sarà la prossima rivoluzione.