Nuova mobilità, nuovi consumatori. Mentre si cerca di capire che direzione prenderà il mercato dell’auto alle prese con scelte industriali dalle quali possono dipendere la sopravvivenza o il declino di imperi economici nati oltre un secolo fa, sta emergendo già un quadro piuttosto chiaro delle diverse categorie di fruitori di mezzi di trasporto che non saranno necessariamente a quattro ruote.
Ad elencarli ci ha pensato il McKinsey Center for Future Mobility che ha parlato di una “panoplia”, ovvero dell’emergere di un assortimento molto vario di consumatori che avrà un peso molto rilevante nel plasmare la mobilità di un futuro non troppo lontano.
Ovviamente, alcune tipologie si imporranno, altre invece saranno destinate a scomparire. Al centro di questa evoluzione si impongono lo sviluppo di nuove tecnologie, l’auto elettrica in primo luogo, ma anche la diffusione di mezzi di piccole dimensioni. Aspetto non secondario, è necessario considerare anche un calcolo da parte del consumatore in termini di costi/benefici che tenga conto di numerose variabili: limitazioni di accesso ai centri urbani, possibilità di ricarica, parcheggi e, ovviamente, sostenibilità.
CAR FANATIC, SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE
La crescente sensibilità nei confronti dei temi ambientali sta aumentando inesorabilmente ed è quindi prevedibile che i fanatici dell’auto si ridurranno.
Secondo i dati dell’Osservatorio nei prossimi dieci anni i car fanatic, coloro i quali non vorranno rinunciare alla quattro ruote, ma continuare a “viverla” come simbolo di libertà e di divertimento, passeranno dall’8% attuale al 5%.
I TRADIZIONALISTI
Questa categoria comprende tutte quelle persone che stentano a cambiare le proprie abitudini e che quindi vogliono continuare a usare l’auto non perché appassionati di guida ma per una sorta di pigrizia: passeranno dal 32% al 20% in dieci anni.
I POSSIBILISTI
Contemporaneamente aumenterà il numero di coloro i quali saranno portati ad espandere la loro definizione di “auto” per includere modelli senza emissioni.
Potrebbero anche iniziare a integrare più spesso l’uso dell’auto con altri tipi di mobilità. Fra dieci anni saranno il 17%, gran parte dei quali oggi sono utenti “oggettivamente dipendenti dal trasporto su auto” (26%).
I RINUNCIATARI
Il vero fenomeno da attenzionare riguarda il proliferare nei grandi centri urbani di consumatori che non vedono più l’auto come elemento nevralgico della loro mobilità anche per una questione di compatibilità ambientale.
Probabilmente venderanno le loro auto se le posseggono senza sostituirle, o, ribadiscono gli esperti di McKinsey, “le guideranno molto meno spesso, riducendo la frequenza delle sostituzioni e quindi la spesa per i veicoli”. Fra dieci anni saranno il 20%.
URBANISTI MULTIMODALI
Gli appassionati di micromobilità che si divertono a sfrecciare per la città su e-bike e scooter elettrici oppure su monopattini sono portati a utilizzare e spesso a possedere diversi tipi di microveicoli, ognuno rispondente a specifiche esigenze di spostamento sulla base di determinate variabili che vanno dalla distanza da percorrere al meteo. Oggi sono il 5% ma fra dieci anni saranno l’8%.