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  • 9 Dicembre 2024
  • Ultimo aggiornamento 2 Dicembre 2024 10:27
  • Milano

Auto elettriche: 5 fake news su cui riflettere

Costi, performance, inquinamento. Cosa c'è di vero e cosa no sulle vetture elettriche, in un mercato che le apprezza sempre di più, nonostante i costi iniziali

Auto elettriche: 5 fake news su cui riflettere

L’ultimo rapporto di Repower su “La mobilità sostenibile e i veicoli elettrici” pubblicato il 20 febbraio scorso, proprio a ridosso dell’esplosione della pandemia da Coronavirus, presenta dei dati indicativi sul trend in atto nella mobilità elettrica pre Covid-19.

Dati che dimostrano come gli italiani stiano iniziando a sviluppare una sensibilità maggiore verso il tema della mobilità green.

A dirlo sono i numeri: a gennaio del 2020 (rispetto a un anno prima) il calo delle immatricolazioni di vetture diesel era stato del 23% e quello delle auto a benzina del 3%. Al contrario, cresceva dell’82% il numero di immatricolazioni di auto ibride che nel complesso giungevano a rappresentare il 10% del mercato (a gennaio 2019 era il 5,2%).

CRESCE L'ELETTRICO PURO

Certo stiamo parlando di numeri ancora piccoli. Ma all’interno di questo 10%, è il comparto delle elettriche a mostrare i dati più significativi: +586,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con 1.943 unità immatricolate (nel 2019 erano appena 283) e una quota di mercato dell’1,2%.

Una percentuale ridotta, ma la crescita c’è. Una crescita che deve molto agli incentivi statali promossi per l’acquisto di queste vetture e anche a una campagna di comunicazione sulla sostenibilità ambientale che ha indubbiamente scosso coscienze e sensibilità.

Eppure, secondo Repower, sul tema delle vetture elettriche il consumatore cade spesso vittima di numerose “fake news” che è bene smentire se si vuole favorire un approccio consapevole (e corretto) al tema. Ecco, dunque, quali sono le cinque principali e quali sono i numeri che le contraddicono.

LE AUTO ELETTRICHE COSTANO TROPPO

Falso. O meglio, è vero che il costo iniziale dell’auto è superiore a quello di un modello diesel o benzina, ma è necessario tenere conto di quanto poi si risparmia nel tempo durante tutta la vita utile del veicolo.

Confrontando due autovetture del segmento B (una elettrica e una a benzina) su un chilometraggio annuo di 11.000 km per un orizzonte temporale di 10 anni, lo Smart Mobility Report del 2019 dimostrava come tra i minori costi di alimentazione, manutenzione e gestione (il bollo, per un’auto con batteria elettrica, è gratuito per i primi 5 anni, in Piemonte si è esonerati per sempre) il risparmio può arrivare a 12 mila euro. A cui poi vanno aggiunti gli incentivi all’acquisto come l’ecobonus fino a 6 mila euro introdotto dal Governo nel 2019.

LE AUTO ELETTRICHE INQUINANO PIÙ DI QUELLE DIESEL

Falso. Il Dossier RSE di Ricerca Sistema Energetico, società controllata da GSE – Gestore dei Servizi Energetici, spiega come in Italia si stima che i veicoli elettrici – a parità di modello e di potenza – abbiano emissioni di CO2 equivalente (misura che esprime l’impatto di gas serra rispetto a una stessa quantità di anidride carbonica) sempre inferiori a quelli degli omologhi veicoli a combustione interna.

Per esempio, per una percorrenza urbana il risparmio di CO2 equivalente per un’auto elettrica, lungo il ciclo di vita, varia tra il 40% e il 55% rispetto alle versioni benzina e tra il 22% e il 40% rispetto a quelle diesel.

LE AUTO ELETTRICHE INQUINANO PIÙ DI QUELLE DIESEL NEL CORSO DELL’INTERO CICLO DI VITA

Falso. Uno studio del Massachusetts Institute of Technology ha messo a confronto l’intero ciclo di vita di alcune auto in vendita negli Stati Uniti. I risultati confermano che, a parità di potenza e anche in virtù di una maggiore efficienza, le emissioni di CO2 equivalente delle auto elettriche lungo l’intero ciclo di vita del mezzo sono senza dubbio inferiori rispetto a quelle delle auto diesel e benzina.

LA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA PER CARICARE LE BATTERIE CAUSA EMISSIONI CLIMA- ALTERANTI SUPERIORI A QUELLE CAUSATE DALLA COMBUSTIONE DI DIESEL O BENZINA

Falso. Per caricare le batterie serve energia elettrica. Maggiore è la diffusione di sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili, più sostenibile diventa il ciclo di vita complessivo della batteria. Se poi si pensa che in Italia circa il 37% di energia è prodotto da rinnovabili ed è forte la penetrazione del gas naturale (70% della restante quota), va da sé che anche la produzione di energia elettrica per la ricarica è più virtuosa e genera meno emissioni di CO2 equivalente rispetto a quelle provocate dalla combustione del motore termico.

NEL NOSTRO PAESE NON CI SONO ABBASTANZA COLONNINE PER AFFRONTARE UN VIAGGIO SENZA PAURA DI ESAURIRE L’AUTONOMIA

Falso. In Italia sono a oggi installati circa 8.200 punti di ricarica. Va solo programmato in modo diverso il viaggio considerando anche che i dispositivi di ricarica hanno raggiunto un livello di innovazione tale da poter ricaricare in 20-40 minuti da 55 a 150 kWh garantendo così anche fino a 400 km di autonomia.

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