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  • 5 Ottobre 2024
  • Ultimo aggiornamento 30 Settembre 2024 12:43
  • Milano

Carte di credito: il mercato in Italia

I risultati dell’Osservatorio curato da Assofin, Nomisma e Ipsos con Crif: in circolazione il 6,8% in più di pezzi per un +4,7% di volumi

Carte di credito: il mercato in Italia

Non più solo contante. O meglio, molto contante ma anche una fiducia crescente nei confronti di altri strumenti di pagamento, in primis le carte. Che siano di credito, di debito, prepagate, rateali, iniziano a essere più presenti nel portafoglio degli italiani.

La strada da fare è tanta. L’Italia è un Paese in cui l’86% delle transazioni complessive è ancora regolato con le banconote (dati Mef).

Non è un caso infatti che il Governo stia studiando un pacchetto di misure per incentivare i pagamenti tracciabili potenziando quelli elettronici e cercando di ridurne anche i costi sia per gli esercenti che per i consumatori.

In un mondo in cui l’innovazione tecnologica sta imponendo il mobile payment e l’instant payment, l’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments curato da Assofin, Nomisma e Ipsos con il contributo di Crif, arriva presentando numeri in lenta crescita delle transazioni effettuate con metodi alternativi al pagamento al dettaglio: +6,8% nel 2018 che corrispondono a un +4,7% dei volumi.

Scende solo l’importo medio transato che si attesta a 1.418 euro rispetto ai 1.501 del 2017 (-5,5%) a conferma di un utilizzo più diffuso anche per acquisti di medio-basso valore.

L'EVOLUZIONE

Il quadro per il 2019 è in evoluzione. Secondo l’Osservatorio sono sempre di più i 18-24enni che fanno uso di carte in modo sempre più frequente, grazie anche all’evoluzione del contactless che rende più familiare e veloce l’utilizzo dei pagamenti con le nuove tecnologie “di prossimità” vincendo la tradizionale reticenza nei confronti delle plastic cards dovuta soprattutto a ragioni economiche legate al costo del servizio.

Sul fronte della sicurezza, l’analisi della rischiosità del comparto delle carte di credito mostra, a maggio 2019, un tasso di sofferenza pari all’1,4%, in diminuzione rispetto a quanto registrato nel 2018.

I TIPI DI CARTE

Più nel dettaglio, nel 2018 in Italia si sono contate 15 milioni di carte di credito attive (contro i 56,3 milioni di carte di debito) con le quali sono state fatte transazioni per un totale di 80 miliardi di euro.

La maggior parte delle carte in circolazione è di tipo familiare o personale e solo l’8,2% aziendale.

Se si guarda invece alle carte prepagate si intravedono già “segnali di maturità”; nel corso del 2018 ce ne sono state meno in circolazione, ma con un utilizzo più frequente. Le transazioni hanno infatti registrato una crescita del 26,5%.

Sono aumentate anche le carte con funzione rateale: 9,2 milioni, pari a circa un terzo del totale delle carte di credito in circolazione.

L’80% sono carte “opzione”, che lasciano al titolare la scelta tra la modalità di rimborso a saldo e quella rateale, mentre il 20% sono carte rateali “pure”, con un peso significativo di quelle finalizzate alla rateizzazione del premio assicurativo.

VERSO UNA CASHLESS SOCIETY

La nuova survey condotta tra i principali operatori bancari e finanziari, volta a monitorare il profondo cambiamento in atto nel mondo dei pagamenti, conferma l’orientamento verso  investimenti in nuove tecnologie per rendere i pagamenti sempre più fluidi e digitali.

Molti operatori hanno dichiarato di essere impegnati nella proposta di soluzioni di mobile payments, instant payments e/o mobile wallets, ad oggi tuttavia ancora poco utilizzati.

Attualmente, infatti, lo strumento maggiormente apprezzato dai clienti risulta ancora essere la carta contactless.
In un Paese in cui l’abitudine al contante è ancora radicata, al fine di abbattere le barriere verso i nuovi pagamenti digitali, gli operatori stanno promuovendo attività di education e di comunicazione.

Considerando l’ampia diffusione degli smartphone in Italia, le nuove tecnologie potrebbero svolgere un ruolo di traino nel lento ma graduale percorso verso una cashless society.

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Giornalista, digital addicted, lavora sui contenuti per dare qualità ai prodotti editoriali che segue. Perché oggi più che mai la qualità di ciò che si racconta fa la differenza

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