Non si ferma la corsa delle auto elettriche in Italia. Se infatti nel 2020, a livello globale, hanno registrato un boom di vendite segnando un +43%, secondo la società di consulenza Deloitte nei prossimi dieci anni il tasso di crescita sarà del 29% annuo e le vendite di veicoli elettrici passeranno dai 2,5 milioni attuali ai 31,1 milioni stimati per il 2030. Di questi, il 27% sarà immatricolato in Europa.
La crescita è lenta, graduale e di certo non omogenea in tutti gli stati. La cultura della sostenibilità non è la stessa tra paesi del Nord Europa e paesi mediterranei e su questo le istituzioni dovranno lavorare sia investendo su tutta l’infrastruttura necessaria per far decollare il settore (a partire dalle colonnine di ricarica) sia in una maggiore sensibilizzazione e campagna di informazione sui reali benefici per l’ambiente della e-mobility.
ALCUNI CHIARIMENTI
Intanto, però, è compito di chi studia la materia iniziare a sfatare delle vere e proprie fake news o informazioni solo parzialmente veritiere. Lo scorso anno, con Repower Italia, avevamo parlato di costi, inquinamento e colonnine di ricarica.
LEGGI QUI l’articolo sulle 5 fake news del 2020
Quest’anno, grazie all’aiuto del V Rapporto 2021 di Repower Italia, approfondiamo ulteriori aspetti essenziali per capire bene lo stato dell’arte del settore indicando cosa c’è di vero e cosa di falso in alcune affermazioni che circolano in rete.
1 - È vero che è impossibile smaltire le batterie?
In parte sì, ma questo non vuol dire che si tratti di prodotti inquinanti. Le batterie, infatti, non si smaltiscono completamente ma si possono recuperare, riciclare e riutilizzare. E negli ultimi anni la filiera del riciclo si è rafforzata, soprattutto in Europa, con nuove tecnologie in grado di recuperare non solo i materiali più preziosi (nichel e cobalto), ma anche litio e manganese. In particolare, la Commissione Europea ha appena proposto di aggiornare la legislazione dell’UE sulle batterie e di armonizzarla con il Piano d’Azione per l’Economia Circolare.
2 - È vero che la auto elettriche si incendiano più delle altre e non è possibile estinguere il fuoco?
Al di là del fatto che prima di immettere un veicolo elettrico sul mercato è necessario che abbia soddisfatto tutta una serie di requisiti antincendio (come tutti i veicoli), nel Rapporto di Repower Italia viene proposto uno studio del colosso assicurativo Zürich che sottolinea come “la percentuale dei veicoli elettrici che prendono fuoco è paragonabile a quella delle automobili con un motore convenzionale”.
Inoltre, studi ad hoc non hanno riscontrato una pericolosità maggiore in incendi di questi veicoli in galleria rispetto ai motori tradizionali. Bruciano in modo diverso, spiega l’Associazione tedesca dei vigili del fuoco, ma non significa che il rischio sia maggiore.
3. È vero che migliaia di auto elettriche in ricarica manderebbero in tilt la rete?
Un recente studio di RSE, l’istituto di ricerche del Gestore dei servizi energetici nazionale italiano, ha ipotizzato che in Italia nel 2030 potrebbero esserci circa 10 milioni di veicoli ricaricabili da rete tra elettrici e ibridi, pari a un quarto del parco auto circolante complessivo.
In questo caso, i consumi annui del parco auto elettriche peserebbe per un +5% rispetto alla domanda energetica nazionale. Una variazione che, secondo lo studio RSE, sarà facile da gestire con piccole modifiche della produzione da parte delle centrali esistenti.
4 - È vero che l’auto elettrica inquina come le auto diesel o benzina?
Questo è indubbiamente il tema su cui si discute di più anche tra gli stessi produttori oltre che tra gli studiosi dell’ambiente e tra i consumatori. Fermo restando che l’alimentazione elettrica non è a emissioni zero, quello che però è attestato da diversi studi tra cui quello dall’associazione Transport&Environment (la federazione europea per i trasporti e l’ambiente) è che le auto elettriche in Europa emettono in media quasi 3 volte meno CO2 rispetto alle benzina o diesel (considerato tutto, anche la produzione). “Nella peggiore delle ipotesi”, dice il rapporto Repower Italia citando Transport&Environment, “un’auto elettrica con una batteria prodotta in Cina e guidata in Polonia emette ancora il 22% in meno di CO2 rispetto al diesel e il 28% in meno rispetto alla benzina. E nel migliore dei casi, un’auto elettrica con una batteria prodotta in Svezia e guidata in Svezia può emettere l’80% in meno di CO2 rispetto al diesel e l’81% in meno della benzina”.
5. E vero che l’estrazione delle materie prime danneggia l’ambiente e le comunità?
Questo è l’aspetto più critico ma su cui si stanno facendo passi avanti in tema di tutela ambientale. Molte grandi case automobilistiche richiedono ai propri fornitori di rispettare rigorosi standard di sostenibilità e applicano tecnologie sofisticate per il tracciamento di materie e processi. In Europa, la proposta della Commissione di aggiornare la legislazione dell’UE sulle batterie e di armonizzarla con il Piano d’Azione per l’Economia Circolare prevede che esse vengano prodotte anche “con il minor impatto ambientale possibile, utilizzando materiali ottenuti nel pieno rispetto dei diritti umani, delle norme sociali ed ecologiche”.