È ormai un dato di fatto. L’emergenza sanitaria e il lockdown hanno modificato le abitudini di consumo di molti italiani: dal “quanto” spendono al “come” spendono al “per cosa” spendono.
Quello che ancora non è chiaro è se quanto sta emergendo in queste settimane diventerà una prassi consolidata anche in futuro o se si tratta di una risposta momentanea a uno stimolo esterno.
La società di consulenza TrendWatching, nella sua ricerca “Where Next? 10 Cross-industry trend that are accelerating by the COVID-crisis”, ha individuato dieci trend emergenti che stavano cominciando a prendere piede già prima della pandemia e che orienteranno sempre più il mercato dei consumi post-Coronavirus.
Sono trend che rispondono all’esigenza di cambiare rotta per andare incontro alle nuove esigenze dei consumatori alle prese con una doppia difficoltà: la crisi sanitaria e quella economica che ha già ridotto i consumi e abbassato il livello di fiducia verso il futuro.
1. LA VIRTUAL EXPERIENCE ECONOMY
Già da tempo i consumatori nel loro acquisto cercavano una “esperienza” che non si esaurisse nel momento dell’acquisto, ma che fosse in grado di farli diventare protagonisti e lasciare un segno emozionale di lungo periodo.
La digitalizzazione e l’uso dei social network consentono di intrecciare l’esperienza reale a quella virtuale, per esempio attraverso l’uso della cosiddetta “realtà aumentata” e delle “tecnologie immersive”. Questo trend ha visto un’ampia diffusione durante il lockdown, quando per esempio diversi musei hanno offerto la possibilità di visitare virtualmente le proprie mostre. E aumenterà in futuro.
2. LO SHOPSTREAMING
Ma non solo. La facoltà di immergersi da remoto nell’esperienza di acquisto è stata richiesta anche per le spese più quotidiane e non solo per il tempo libero. In una sorta di evoluzione delle televendite, lo shopstreaming altro non è che la compravendita di prodotti durante dirette streaming condotte su social, app o altre piattaforme dedicate.
I prodotti vengono mostrati e utilizzati dal vivo, spesso da influencer del settore che si rivolgono alla propria fanbase. La componente della fiducia è quindi, in questo caso, centrale.
3. LO STATUS SYMBOL VIRTUALE
Ma non sarà solo il possesso di un bene fisico a determinare lo status symbol del proprietario: si sta progressivamente affermando la convinzione che anche certi beni virtuali possano contribuire a creare una realtà digitale parallela in cui lo status symbol abbia uguale importanza.
Il valore veicolato dai beni virtuali passa attraverso la propria posizione sui social media e il gaming, attività che le persone stanno incrementando in questo periodo e che brand di lusso e moda stanno cominciando a presidiare.
4. L'E-COMMERCE
Se la pandemia dovesse lasciare nei consumatori il bisogno di limitare i contatti fisici a lungo termine, il commercio automatizzato, già sperimentato da alcuni brand, potrà subire un’accelerazione.
Questo approccio commerciale portato all’estremo prevede l’utilizzo di robot e macchine in grado di consegnare il prodotto direttamente al cliente (per esempio attraverso auto senza conducente). Per ora una sua buona evoluzione si traduce nel “click&collect” (comprare online e ritirare in negozio) che sta prendendo piede in molte città italiane.
5. GLI ASSISTENTI VIRTUALI
Il distanziamento sociale e la costrizione a vivere di più la casa, potrebbe portare a un maggior utilizzo degli assistenti virtuali, la cui diffusione è oggi limitata.
Tuttavia una volta che i consumatori si saranno abituati a questa novità, aumenteranno le loro aspettative in termini di qualità e cercheranno una sempre maggior “umanizzazione” delle macchine. Gli assistenti virtuali dovranno così evolvere la loro capacità di interagire, intrattenere, apprendere, o magari addirittura educare e guarire.
6. GLI AMBIENTI WELNESS
La cura degli ambienti fisici diventerà più necessaria e urgente nel mondo post Coronavirus perché le persone presteranno maggior attenzione all’igiene, alla sicurezza sanitaria e al benessere.
7. LA PREVENZIONE DEL BURNOUT
Oltre alla sicurezza sanitaria i consumatori cercheranno nei brand anche un certo livello d’attenzione al loro benessere psicologico. Questo bisogno si è fatto più forte in un momento delicato come quello attuale, in cui l’emergenza sanitaria si aggiunge alla depressione economica, alle ineguaglianze e alla competizione sociale.
8. L'APPRENDIMENTO VIRTUALE
Il potenziale educativo fornito dalla tecnologia digitale è esploso in particolare in questi mesi di lockdown, in cui le persone hanno potuto sfruttare il tempo libero per apprendere qualcosa di nuovo cercando informazioni e approfondimenti sul web. Sta emergendo quindi la necessità di passare tempo “di qualità” in Rete, con il conseguente bisogno di figure di riferimento qualificate che possano offrire contenuti interessanti e di valore.
9. IL SUPPORTO QUOTIDIANO
Durante la quarantena molte persone hanno scelto di dedicarsi ad attività precedentemente demandate a terzi (per esempio arredare casa o aggiustare oggetti o auto). Alcuni torneranno alle vecchie abitudini, mentre altri sceglieranno, per piacere o necessità, di mantenere la propria autonomia e apprezzeranno allora i brand capaci di dispensare consigli pratici per affrontare i piccoli problemi quotidiani.
10. SOLUZIONI OPEN SOURCE
La collaborazione e l’impegno verso la comunità si stanno affermando come elementi imprescindibili nelle strategie aziendali. I consumatori dimostrano di apprezzare particolarmente i brand pronti a cercare soluzioni innovative o dare il loro contributo per risolvere problematiche diffuse.