La pandemia ha lasciato in eredità una accresciuta attenzione degli italiani nei confronti dei cibi a marchio bio. Un dato su tutti: le vendite di questi prodotti a luglio del 2021 avevano già registrato un aumento del 5% rispetto al 2020 per un giro di affari che ha superato nel nostro Paese i 4,6 miliardi di euro. Oltre 23 milioni di famiglie italiane, pari all’89% del totale, hanno acquistato prodotti alimentari bio almeno una volta nell’ultimo anno.
La fotografia è stata scattata dall’Osservatorio Sana 2021 di Nomisma e ritrae un consumatore italiano attento non soltanto alla qualità di quello che porta in tavola ma anche al rispetto dei principi etici e di sostenibilità da parte dei produttori del comparto agroalimentare.
Un salto culturale non da poco di cui oggi si raccolgono i frutti tangibili ma che ha avuto inizio una decina di anni fa: le vendite di prodotti Bio hanno registrato in una decade un balzo impressionante, con un aumento del 133% nel 2021 rispetto al 2011. La parte del leone l’hanno fatta soprattutto i consumi domestici che pesano per quasi 4 miliardi di euro. Di recente, complice anche il ritorno alla “nuova normalità”, segnali positivi provengono anche dai consumi fuori casa, segno che anche al ristorante gli italiani chiedono cibi certificati e sostenibili.
SOSTENIBILI DENTRO E FUORI
Di conseguenza, sempre secondo il report Nomisma, le aziende si stanno impegnando sempre di più a rendersi rispettose dei principi green. Una scelta che trova la propria ragion d’essere da una specifica richiesta del mercato: secondo un’altra ricerca condotta da Nomisma per Assobia, una nuova confezione sostenibile attira molto di più di una tradizionale in materiale plastico o non riciclabile. L’85% degli italiani sceglie, infatti, il nuovo packaging green.
QUESTIONE DI FIDUCIA E SALUTE
Snocciolando i dati dell’Osservatorio emerge chiaramente come la pandemia abbia impresso un profondo cambiamento nelle abitudini degli italiani. Il 52% si è dichiarato soddisfatto dell’acquisto Bio e il 65%, spinto dal trauma della pandemia da Covid-19, non ha cambiato nuovamente le proprie consuetudini di acquisto per tornare ad alimenti non certificati.
Al contrario, il 25% ha deciso di incrementare il numero di prodotti sostenibili in dispensa contro un 18% che, invece, ha tagliato la quantità di cibi e bevande Bio nel carrello della spesa per lo più per problemi di tipo economico.
Ma c’è anche dell’altro: dallo studio è emersa una chiara correlazione fra consumi Bio e pratiche alimentari ispirate a principi etici. Fra vegani e vegetariani, infatti, la percentuale di chi acquista questi prodotti è del 76%. Una conferma della preminenza del fattore “benessere” nelle scelte di acquisto viene dall’analisi dei motivi che spingono gli italiani a provare per la prima volta i prodotti Bio: se il 57% lo fa per pura curiosità, ben il 64% prende questa decisione perché spinto dal desiderio di mangiare cibi non dannosi per la salute propria e per quella della famiglia.