Mens sana in corpore sano: così cresce il mercato del biologico in Italia. Questo è quello che si evince dalla quinta edizione dell’Osservatorio SANA, presentato in occasione dell’evento Rivoluzione Bio, organizzato da BolognaFiere in collaborazione con FederBio, AssoBio, Agenzia ICE e la segreteria organizzativa di Nomisma.
IL MERCATO DEL BIO IN ITALIA
Il mercato italiano dei prodotti Bio continua a crescere e nel 2022 ha raggiunto i 5 miliardi di valore, di cui 4 miliardi di consumi in Italia e 1 miliardo di export. Sono numeri che consolidano ancora l’incremento a tripla cifra del settore registrato nel corso dell’ultimo decennio quando le esportazioni hanno fatto registrare un esplosione del 181%, con la Germania e la Francia come mercati chiave.
Gli italiani acquistano bio nel 58% dei casi in negozi tradizionali (supermercati, dettaglio, ipermercati e tutti i punti vendita che rientrano nella cosiddetta “distribuzione moderna”) generando un giro d’affari di 2,3 miliardi di euro (+1,6% rispetto al 2021).
La crescita è dovuta anche al fatto che sempre più italiani scelgono bio almeno una volta: nel 2022, secondo l’Osservatorio SANA, lo hanno fatto quasi 9 famiglie su 10.
E nel 2023 la situazione migliora ancora. I consumi di prodotti bio detti “fuori casa” (ristorazione commerciale e collettiva) crescono del 18% rispetto all’anno precedente, mentre quelli domestici a luglio erano già aumentati del 7%.
In questo scenario l’Italia ha ingranato la marcia giusta: con oltre 2,3 milioni di ettari di coltivazioni biologiche (pari al 19% del totale, contro una media europea ferma al 12%), si avvicina all’obiettivo previsto dalla Farm to Fork Strategy, la direttiva europea recepita anche in Italia che fornisce incentivi agli agricoltori e agli allevatori che lavorano in maniera sostenibile con l’obiettivo di arrivare al 25% di superfici dedicate al biologico entro il 2030.
CHI ACQUISTA BIOLOGICO E DOVE
I dati dell’Osservatorio hanno evidenziato come il portafoglio di consumatori di prodotti bio sia rimasto costante e invariato rispetto al 2022.
L’89% della popolazione di età compresa tra i 18 e i 65 anni ha acquistato consapevolmente almeno un prodotto alimentare bio nell’ultimo anno preferendo latte, uova, creme spalmabili, cereali per la colazione e cibi per l’infanzia.
Chi lo ha fatto è stato spinto dalla salubrità dei prodotti ma anche dalla loro sostenibilità: il 25% degli intervistati li ritiene più rispettosi per l’ambiente.
L’INFLAZIONE E IL BIO
In questo scenario il consumatore utilizza la provenienza del prodotto come discriminante di scelta, con una preferenza verso prodotti 100% italiani, per quelli di origine locale/km0 e quelli a marchio DOP/IGP. Anche la marca gioca un ruolo rilevante, con una preferenza verso i brand industriali e dei supermercati giudicati di qualità ma più economici rispetto a brand più blasonati.
Malgrado l’ottimismo dei numeri, infatti, siamo di fronte a un mercato che accusa il costo alto dei prodotti e che, seppur sempre più in espansione, negli ultimi anni sembra crescere a ritmi più lenti rispetto al passato.
I motivi sono due.
- Lo scenario di difficile contesto economico in cui siamo inseriti da quando è esploso il conflitto russo-ucraino;
- In fisiologico rallentamento che viene dopo anni di incrementi a tripla cifra (+132% circa nell’ultima decade).
LA COMUNICAZIONE COME LEVA DEL MERCATO
Come spesso capita, soprattutto con mercati non di prima fascia, anche il mondo bio tende a sottovalutare l’importanza della comunicazione.
Il mercato in Italia è infatti capace di offrire prodotti di qualità ma dal punto di vista informativo vengono pubblicizzati e spiegati poco al consumatore finale. Dati alla mano circa il 58% dei consumatori vorrebbe disporre di informazioni più dettagliate e approfondite su quelle che sono le caratteristiche del prodotto, sul metodo di produzione e sui valori nutrizionali degli alimenti biologici.
E sempre 6 consumatori su 10, nonostante conoscano i vantaggi dei prodotti biologici, gradirebbero una maggiore trasparenza riguardo il beneficio non solo economico ma ambientale e sociale che il mercato biologico offre.
Detto questo, non è solo la comunicazione l’aspetto su cui agire per migliorare. Per il futuro saranno due le sfide da affrontare:
- la prima riguarda il “fuori casa”, che potrebbe rivelarsi fondamentale per l’accreditamento di questi prodotti. In questo senso i dati sono molto incoraggianti: il 75% dei ristoranti e il 61% dei bar propone piatti a base di alimenti o ingredienti bio, percentuali che salgono rispettivamente all’85% e al 71% nel caso del vino.
- La seconda sfida, invece, è rappresentata dall’offerta, dove non mancano margini di miglioramento: stando all’Osservatorio SANA infatti meno della metà degli italiani è soddisfatto della qualità dei prodotti bio freschi che acquista soprattutto se appartenenti alla fascia gourmet o premium.