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  • 26 Dicembre 2024
  • Ultimo aggiornamento 11 Dicembre 2024 10:16
  • Milano

Auto ibrida o elettrica? Tutte le cose da sapere

Mild Hybrid, Full Hybrid, Plugin Hybrid, Full Electric: quali differenze e come orientarsi tra le diverse proposte per scegliere il veicolo più adatto alle proprie esigenze, risparmiare e dare una mano all’ambiente

Auto ibrida o elettrica? Tutte le cose da sapere

Dal 2035, in Europa, non sarà più possibile acquistare veicoli dotati di motore termico (ne abbiamo parlato qui). La decisione è della Commissione Europea ed è già cosa fatta. A questo input più generale e comunitario, stanno via via rispondendo politiche nazionali o locali che vanno nella direzione della mobilità sostenibile. Come, per esempio, quella del Comune di Milano che ha introdotto la cosiddetta “Area B”, che vieta la circolazione alle auto a benzina Euro 2 o precedenti, e a quelle diesel Euro 4 e 5 (anche in presenza di filtro anti-particolato installato sul veicolo).

È ormai evidente come la lotta al cambiamento climatico e alle emissioni di CO2 stia impattando sulla mobilità urbana, di conseguenza sulle scelte di acquisto dei consumatori e, infine, sul mondo automotive. Le grandi case produttrici sono infatti sempre più orientate verso una riconversione in ambito elettrico.

Per i consumatori, tuttavia, non è semplice orientarsi tra le varie proposte e capire la differenza tra un’elettrica, una ibrida, una “ibrida leggera” e una “ibrida plugin”. Cerchiamo, dunque, di fare un po’ di ordine e chiarezza su cosa significano le varie “etichette” dei modelli, che caratteristiche hanno e dunque a chi sono più adatte.

Mild Hybrid (ibrido leggero)

Iniziamo con la tecnologia considerata la “porta di ingresso” nel mondo delle auto ibride: la Mild Hybrid. I veicoli di questo tipo sono dotati di una unità elettrica che affianca il motore termico. L’unità elettrica, di fatto, sostituisce il motorino di avviamento e l’alternatore nella fase di ricarica del veicolo. È collegata al motore attraverso una cinghia e non comunica in alcun modo con le ruote. Per questo è impossibile viaggiare in modalità 100% elettrica, anche solo per brevissimi tratti.

Tipicamente l’unità elettrica (che si ricarica in fase di decelerazione) ha una batteria da 12, 24 o 48 volt agli ioni di litio, a seconda della cilindrata del motore termico e del peso del veicolo, e ha lo scopo di aiutare il motore tradizionale nella partenza e in fase di accelerazione, permettendo di ottenere le stesse prestazioni riducendo i consumi anche del 10%.

Questo tipo di tecnologia è utile soprattutto per chi guida molto in città, dove ripartenze e frenate sono numerose, e non ha bisogno di percorrere lunghi tragitti a velocità sostenuta. Non richiede modifiche di alcun tipo al proprio stile di guida.

Full Hybrid (ibrido completo)

L’evoluzione successiva del mondo automotive green è il cosiddetto Full Hybrid, introdotto sul mercato nel lontano 1997 dalla Toyota. A differenza del Mild Hybrid, questo tipo di tecnologia prevede un collegamento tra il motore elettrico e le ruote. Esistono tuttavia due tipi di veicoli Full Hybrid.

  1. nell’ibrido “di serie” il moto delle ruote viene generato solamente dal motore elettrico mentre il motore termico è impegnato nel generare l’energia necessaria per il motore elettrico;

  2. nell’ibrido “parallelo” entrambi i motori possono generare il moto delle ruote. Di conseguenza, una vettura Full Hybrid può muoversi anche a propulsione 100% elettrica, ma con le tecnologie attuali solo per brevi tratti e bassa velocità. In questo tipo di veicoli, infatti, i motori sono utilizzati principalmente in alternativa l’uno all’altro, con il motore elettrico impegnato in solitaria in avvio e quando il veicolo viaggia a bassa velocità e quello termico nelle fasi di maggior velocità.

Anche le batterie delle auto Full Hybrid si ricaricano in fase di decelerazione, e grazie al motore termico.
Questo tipo di tecnologia porta un taglio dei consumi fino al 30% e anche in questo caso al guidatore non è richiesta nessuna modifica del proprio stile di guida. Motore elettrico e batteria, però, raggiungono dimensioni significative e questo porta a un costo maggiore della vettura rispetto ai modelli mild hybrid, compensato solo in parte dalla possibilità di equipaggiare un motore termico di potenza inferiore.

Plugin Hybrid

auto elettrica
Credit: GettyImages

Quando si parla di veicoli Plugin si inizia a entrare in un mondo fatto di motori in cui la componente elettrica è nettamente più potente, di batterie più capienti e soprattutto della possibilità di essere ricaricate attraverso una presa di corrente (o una colonnina di ricarica).

L’autonomia, in modalità 100% elettrica, solitamente arriva fino a circa 50 km. Il veicolo, invece, si comporterà come un modello Full Hybrid una volta che le batterie saranno scariche, grazie alla tecnologia che consente di ricaricarle in frenata e di usarle in fase di ripartenza.

Per questo motivo, il guidatore che riuscirà a ricaricare spesso il veicolo potrà annullare completamente il consumo di benzina. Per sfruttare a pieno le sue potenzialità, tuttavia, avrà bisogno di una presa di corrente a domicilio, di una o più colonnine presenti nei luoghi maggiormente frequentati e anche di un tipo di utilizzo del veicolo limitato a pochi chilometri al giorno.

Utilizzare il veicolo su tratti lunghi, al contrario, non è molto conveniente in quanto la vettura è gravata da batterie estremamente pesanti. Attenzione poi anche ai tempi di ricarica: un veicolo Plugin, per percorrere 50 kg mediamente ha bisogno di 8 ore di ricarica e di una potenza elettrica di 1,5 Kw. Per questo motivo è fortemente consigliato un contratto elettrico da almeno 4,5 kw per evitare problemi di rete.

Full Electric

Sempre più diffuse, le auto completamente elettriche non equipaggiano nessun tipo di motore e una volta scaricate le batterie l’automobile non camminerà più. L’autonomia, quindi, diventa un fattore fondamentale soprattutto nei tragitti extraurbani dove è richiesta molta più potenza per raggiungere e mantenere certe velocità.

Per questo motivo, anche alla luce dell’attuale scarsità delle colonnine in Italia, disporre di una presa di corrente per la ricarica a domicilio è fondamentale. Ma attenzione ai tempi di ricarica: veicoli con una “wallbox” (un dispositivo per la ricarica a domicilio) regolata per assorbire 2.3 kw, valore compatibile con un contratto da 4.5 kw, richiedono quasi una giornata intera per essere ricaricati.

Aumentare la capacità della “wallbox” permette di abbattere i tempi di ricarica, ma in quel caso servirà un contratto adeguato per disporre di più potenza per riuscire a ricaricare completamente il veicolo in una notte. Discorso leggermente diverso per le colonnine: quelle più diffuse a 11 kw impiegano circa 5 ore per ricaricare un veicolo, mentre altre (ancora poco diffuse) permettono di sfruttare al massimo la ricarica veloce delle automobili e di completare un “pieno” in 30 minuti.

Ancor più che per un modello Plugin, l’acquisto di un’auto full electric deve essere ben ponderato, considerando bene la possibilità di ricaricare frequentemente il veicolo e un uso continuo e abituale necessario per ammortizzare l’elevata spesa iniziale.

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