Ci sono delle evidenze che l’emergenza Coronavirus sta portando in primo piano nella vita di tutti noi. Nuove abitudini e nuove sensibilità che ci stanno cambiando, molto probabilmente per sempre.
SALUTE E SANITÀ
La prima (e più importante) è la rilevanza nella nostra vita del tema della salute e della sanità, messo in ombra negli ultimi anni, ma che ora è balzato alla cronaca e all’attualità in modo determinante.
Per tutti noi è oggi più che mai chiaro che la sanità vada messa al primo posto tra le preoccupazioni della spesa pubblica. Sebbene quella italiana sia fra le migliori del mondo, è evidente che uno stress come quello a cui è stata sottoposta in queste settimane porta a galla tutti i problemi che in periodi di normalità restano meno evidenti. Problemi che ora, tutti noi, non siamo più in grado di accettare.
LA GESTIONE DEI DATI
La seconda questione di rilievo abbraccia la tenuta della democrazia e le restrizioni alla libertà personale che l’emergenza Covid 19 sta mettendo a dura prova.
Questo tema, su cui riflettere attentamente, è legato a quello della privacy e della gestione dei dati personali che ci identificano come cittadini e consumatori.
L’ipotesi di sottoporci a un controllo personale del nostro stato di salute e dei movimenti che facciamo nella giornata mediante una app che, sul modello di quanto avvenuto in Corea del Sud, aiuti a monitorare i pazienti positivi con la finalità di un contenimento del contagio, apre diversi interrogativi: tra tutti, chi e come dovrebbe gestire, nel caso, i nostri dati personali.
IL BISOGNO DI UN ANTAGONISTA
Un problema che già esiste, del resto. Molti operatori come Google, Amazon, Facebook hanno già la nostra vita sotto controllo, e lo sviluppo ulteriore della tecnologia digitale (per quanto positiva) ha proprio questa come contropartita: l’uso da parte di terzi dei dati personali di ciascuno di noi, un’arma a doppio taglio che può essere usata ai fini di utilità sociale ma anche per prevedere e orientare i nostri comportamenti nei consumi e nelle scelte politiche.
A questo riguardo è necessario che il potere crescente di chi gestisce i Big Data trovi sulla strada un antagonista valido. E questo antagonista non può che essere l’Europa che dovrebbe strutturarsi per tutelare i cittadini superando i numerosi limiti che ancora la caratterizza.
LA VITA ONLINE
Tuttavia l’aspetto che più sta cambiando il nostro sistema di vita, di lavoro e di consumi in queste settimane (e che la cambierà anche dopo) è l’accesso all’online.
Alcune delle forme emergenziali di supporto al lavoro che si stanno evidenziando ora apriranno la strada a delle forme permanenti di smart working, così come sarà potenziato il commercio online e l’attitudine dei consumatori a comprare in rete.
IL FUTURO DEI NEGOZI
Questo non significa che i negozi fisici subiranno necessariamente una débâcle.
Dopo essere stati chiusi in casa così tanto tempo avremo tutti voglia di uscire, di entrare nei negozi, di toccare, di guardare, di comprare. Quindi l’acquisto “fisico” tornerà ad essere un’esigenza.
Ma rimarranno comunque dei comportamenti, acquisiti in questi mesi, che ci hanno avvicinato all’esperienza digitale più di quanto non avessimo fatto in passato e che ci hanno già cambiato. Senza che noi ce ne accorgessimo.