Siamo arrivati al giro di boa. Dopo un 2020 in cui i flussi del credito al consumo si erano arenati registrando un calo del 21,6% rispetto al 2019, nei primi quattro mesi del 2021 la crescita è stata del +29,4%, grazie soprattutto al rimbalzo di marzo e aprile. Un buon passo in avanti ma ancora non sufficiente a raggiungere i livelli di erogato del pre-Covid: manca ancora il 12% di mercato da riconquistare (fatta eccezione per l’elettronica di consumo che ha recuperato quasi tutto il terreno perduto).
Lo mette in evidenza il 50°Osservatoriio sul Credito al dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia, che sottolinea come il comparto dei mutui immobiliari continui a crescere senza sosta: +34,6% nei primi quattro mesi del 2021 dopo il + 12,7% registrato nel 2020.
ANCORA CRESCITA NEL 2022-2023
Insomma, nel periodo della pandemia il progetto casa, sostenuto dal credito, si è rafforzato. Ma non solo. L’Osservatorio evidenzia come per il biennio 2022-2023 sia prevista una ulteriore crescita del 3% medio annuo grazie alla ripresa dell’attività economica ipotizzata per i prossimi trimestri e agli effetti del pacchetto di stimoli all’economia del Pnrr (Recovery Plan) che si rifletteranno anche sulle condizioni finanziarie e sul clima di fiducia delle famiglie, favorendo il ricorso al credito.
MENO RISCHI GRAZIE ALLE MORATORIE
Un altro aspetto interessante è il calo della rischiosità. Nonostante l’intensa contrazione del reddito disponibile delle famiglie, gli interventi governativi durante i mesi della pandemia sono riusciti a contenere i danni peggiori. Nello specifico, il tasso di default a 90 giorni del credito al dettaglio considerato nel suo complesso (quindi mutui immobiliari e credito al consumo) registra una riduzione e si colloca all’1,2% a marzo 2021, toccando il punto di minimo degli ultimi anni.
Questa tendenza è però destinata a cambiare: con la sospensione delle misure di sostegno, il tasso di default è previsto infatti in aumento a fine 2021, sebbene a ritmi differenti tra i comparti dei mutui e del credito al consumo, per effetto della diversa possibilità di attivare ancora la moratoria nel corso dell’anno. Il picco della rischiosità è atteso nel 2022.
COSA CRESCE
A riprendersi sono stati soprattutto i finanziamenti finalizzati all’acquisto di auto e moto (+71,2% rispetto ai primi 4 mesi 2020). Un recupero ancora parziale rispetto al 2019, che ha sicuramente beneficiato della spinta fornita dagli ecoincentivi volti sia a sostenere il mercato dell’automotive, sia a migliorare la sostenibilità del parco auto circolante nel Paese.
I finanziamenti finalizzati all’acquisto di altri beni e servizi (arredo, elettronica ed elettrodomestici, energie rinnovabili, ciclomotori…) nel corso dei primi quattro mesi del 2021 mostrano nel complesso una crescita del +38,2% e anche il confronto con lo stesso periodo del 2019 evidenzia come il comparto riesca quasi a replicare i volumi pre-pandemia (-1,1%).
In recupero anche i finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio o della pensione che raggiungono quasi i volumi pre-crisi (-0,7% il confronto con i primi 4 mesi 2019, +21% quello con il corrispondente periodo 2020). A determinare questo trend ha contribuito soprattutto la crescita a doppia cifra delle erogazioni a favore dei dipendenti pubblici.
COSA SOFFRE DI PIÙ
I prestiti personali sono il prodotto che più ha risentito e continua a risentire degli effetti della crisi in atto: nonostante il rimbalzo di marzo e aprile che porta in positivo l’evoluzione delle erogazioni nei primi 4 mesi 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020 (+12,8%), il confronto con i volumi pre-Covid rimane decisamente negativo (-23,3%) anche perché è aumentata la selezione nei criteri adottati per l’erogazione di questi prodotti, più rischiosi dei prestiti finalizzati.
Continua invece il calo dell’uso delle carte opzione e rateali che nei primi 4 mesi del 2021 hanno registrato una contrazione sia nel confronto con lo stesso periodo del 2020 (-7.6%), sia con il 2019 (-19.8%).