Le dimensioni del fenomeno sono davvero impressionanti: secondo l’ultimo report Social Media Trend 2021 di Talkwalker, piattaforma di monitoraggio di dati social, nel 2020 il numero di persone che si sono dichiarate “videogiocatori” è aumentato del 32%, arrivando a contare 41,2 milioni di utenti a luglio 2020. Le comunità digitali si sono formate (e sono cresciute) su tutte le principali piattaforme video come Youtube, Twitch e la più recente Facebook Gaming ed è proprio qui, specie durante e dopo la pandemia che le persone si incontrano, creano “community”, si conoscono in modo ludico.
I numeri sono tali da spiegare perché il social gaming sia diventato un bacino di grande interesse anche per le aziende che vogliono raggiungere un vasto numero di consumatori.
PERCHÈ CI PIACE TANTO GIOCARE
Di base il nostro cervello apprezza il “learning by doing”. Nel corso della nostra evoluzione abbiamo imparato a sbagliare e poi a selezionare strategie per garantirci la sopravvivenza e favorire la riproduzione. Basti pensare al mondo animale: un cucciolo che gioca con un altro cucciolo sta simulando varie situazioni che saranno poi presenti nella sua vita adulta, per cui è utile sviluppare una buona capacità di reazione. Il gioco permette infatti di esercitarci e fare esperienza di differenti situazioni in diversi scenari, selezionando, attraverso la pratica, strategie reputate vincenti e scartando quelle meno efficaci. È così che, ad esempio giocando a un videogame e superando i diversi livelli, si mette alla prova il nostro cervello per selezionare nuove strategie che consentano di vincere e sopravvivere.
Ma c’è di più. Le ricerche neuro-scientifiche dimostrano come giocare ai videogiochi riesca ad attivare alcune aree del cervello deputate alla scansione spaziale in modo tale da collocarci nell’ambiente di gioco come se fossimo in quello reale. Inoltre è stato sempre dimostrato che il videogiocatore, ogni volta che entra nell’ambiente di gioco, riesce a pensare e a prendere decisioni rapidamente su più fronti, proprio perché i videogame spesso richiedono reazioni rapide e determinanti temi.
COME IL GAMING ATTIRA I CONSUMATORI
Il gioco essendo per sua natura codificato, stabilisce obiettivi precisi, prevede rischi, prove da superare, aiuti per superarle: il cervello in questo modo rivive le dinamiche di apprendimento già esperite durante l’infanzia per favorire l’ulteriore conoscenza e la crescita.
Il successo dei videogiochi e la possibilità di apprendere, essere coinvolti e divertirsi fanno sì che, anche per rivolgersi in modo più efficace ai consumatori, le aziende possano attivare forme di coinvolgimento attraverso modalità ludiche tali da suscitare esperienze emozionali, differenzianti ed engaging verso i prodotti o i servizi offerti.
Giochi online e app ludiche, contesti connotati positivamente, si sono dimostratI infatti ottimi canali per catturare l’interesse degli utenti, meglio disposti a prestare attenzione a messaggi rilevanti e a memorizzare input.
Tra le soluzioni più in voga e più efficaci troviamo concorsi digitali con instant win o il conseguimento di badge, dopo aver superato step o livelli utili ad ottenere il prodotto desiderato. Processi tanto più efficaci quanto più il gioco è semplice, ingaggiante, studiato in funzione di un target preciso.
E infatti, su questo genere di piattaforme, la profilazione adeguata del target – oggi non più composto esclusivamente da giovanissimi, ma anche da adulti di ogni fascia di età – è essenziale per proporre con successo prodotti o servizi adeguati secondo una logica che non si discosta dalla classica del product placement in film e programmi tv.
Usufruire delle possibilità di comunicazione offerte dal mondo del gaming può quindi essere una strategia, vincente se ben strutturata, per promuovere e consolidare la relazione tra consumatori e brand.