Una volta c’erano i polacchini, oggi ci sono le bici elettriche. Il paniere dei beni utilizzato dall’Istat per il calcolo dei prezzi al consumo nel 2020 si è arricchito ulteriormente: sono entrati frutti di bosco e zenzero, le automobili ibride ed elettriche, il monopattino e la bicicletta elettrici, il sushi take away e la consegna dei pasti a domicilio.
Con loro, sono comparsi anche il servizio di barba e baffi, i trattamenti estetici per uomo e gli apparecchi acustici, la lavatura e stiratura della camicia e l’applicazione dello smalto semipermanente.
E poi: la cuffia con microfono, l’hoverboard e la web TV, tavolo, sedia e mobile da esterno, pannoloni e traversa salvaletto e i prezzi dell’energia elettrica del mercato libero.
174 NUOVI PRODOTTI
Sono queste alcune delle principali novità che compongono il paniere di riferimento per la rilevazione dei prezzi al consumo del 2020 dell’Istat, elaborato dopo l’aggiornamento frutto delle tecniche d’indagine su come i diversi prodotti contribuiscono alla misura dell’inflazione in Italia.
Dunque, è un paniere che si arricchisce in totale di 174 prodotti senza che nessuno di quelli già presenti venga estromesso, non mostrando alcun segnale di obsolescenza tale da motivarne l’esclusione.
COME CAMBIA IL PANIERE
Ed è un paniere che ci dice molto su come sta cambiando il consumatore medio italiano. Dal 1928, al 1998, infatti, l’Istat ha adottato solo nove panieri di consumo, con un aggiornamento medio ogni 8 anni.
Dal 1999, invece, la modifica avviene ogni anno con entrate e uscite che rispondono a cambiamenti sempre più repentini della società e delle abitudini di spesa.
COSA CI DICE IL NUOVO PANIERE
Per il 2020 il quadro è presto detto: i prodotti appena entrati rappresentano l’acquisto sempre più importante di beni che vanno incontro all’attenzione alla sostenibilità ambientale, alla preferenza di consumi in casa piuttosto che in luoghi di aggregazione, alla cura sempre maggiore per il proprio corpo e la propria salute anche e soprattutto da parte degli uomini.
LA PERCEZIONE DEI RISCHI
Come spiega Massimo Taddei dalle colonne de LaVoce.info “il primo paniere, utilizzato dal 1928 al 1938, era diviso in sole cinque sezioni: alimentazione, vestiario, abitazione, riscaldamento e luce e varie. Si trovavano beni come legna da ardere, carbon coke, polacchi neri (un tipo di stivali) per uomo e per ragazzo, pennini e matite nere e, naturalmente, olio di ricino. Oggi, il paniere Istat ha dodici divisioni di spesa, che variano dai prodotti alimentari alle attività ricreative”.
Ma non solo: la digitalizzazione, la crescente sensibilizzazione verso l’economia sostenibile, lo sviluppo tecnologico hanno stravolto i consumi.
“Nel 1928” sottolinea Taddei “l’unico mezzo di trasporto all’interno del paniere era il tram, oggi la sezione Trasporti comprende nove tipi diversi di mezzo privato, oltre al costo dei voli nazionali e internazionali, degli pneumatici, delle autoscuole e di molto altro”.
È un paniere che rispecchia l’evoluzione socio economica del Paese e che ha un grande valore economico necessario al calcolo dell’andamento dei prezzi, ma anche sociale, perché disegna come cambiamo, cosa scegliamo e cosa decidiamo di non far rientrare più tra le priorità della vita.