Che la popolazione italiana stia invecchiando ogni anno di più, è un dato di fatto. Così come è un dato di fatto che gli over 65 abbiano oggettive esigenze di gestione di quanto accumulato negli anni per riuscire a vivere al meglio l’ultima parte della propria esistenza secondo quel processo di “decumulo” di cui si parla (e ci si occupa) ancora troppo poco.
Ma partiamo dai numeri: secondo gli ultimi dati Istat, dei 60 milioni di italiani che vivono sul nostro territorio, solo il 13,4% ha meno di 15 anni, il 64,1% ha tra i 15 e i 64 anni, il 22,6% ha oltre 65 anni, il 7% ha oltre 80 anni.
Tra il 1991 e il 2018 c’è stato un forte aumento della popolazione over 65 in tutte le regioni d’Italia, in termini sia assoluti (da 8,7 milioni a 13,6 milioni) sia percentuali rispetto al totale della popolazione (dal 15,3% al 22,6%), e sono raddoppiati gli ultra 80enni (da 1,995 milioni a 4,2 milioni).
LA STRATEGIA
Questo obbliga a una riflessione: quando inizia la “maturità” e si accede alla pensione, si riduce il reddito a disposizione.
E questo significa dover prendere una decisione strategica in merito che può voler dire o ridurre i consumi o ridurre il patrimonio a disposizione mantenendo lo stesso livello di vita. Con una doppia aggravante, imposta dai tempi moderni: l’età della vita che si allunga e il dover pensare di mantenere una parte variabile del proprio patrimonio per i propri figli e/o nipoti in assenza di quello che un tempo era conosciuto come “ascensore sociale”.
È proprio dalla risposta alla domanda: “Mi bastano i soldi per fare tutto ciò?” che deve iniziare una strategia di “decumulo patrimoniale” che si sostanzia in due passaggi: capire quanti soldi si consumano in media ogni mese e stimare per quanti anni questo accadrà.
Se per il primo step si è sviluppata una certa capacità di stima, spesso invece si sottovaluta la quantità di anni di vita che si hanno ancora a disposizione.
Per questo avere una strategia di decumulo è essenziale per evitare di trovarsi in serie difficoltà.
Ovviamente cambierà in base a tre fattori:
- la posizione reddituale;
- la condizione famigliare;
- lo stato di salute.
ESSERE ATTIVI: L'ELEMENTO CHE FA LA DIFFERENZA
È evidente che avere molti o pochi risparmi fa la differenza così come essere soli o avere dei famigliari vicini per un domani in cui ci sarà bisogno di aiuto, oppure essere sani o soffrire di qualche malattia.
Essere “attivi” o meno: è questo il fattore fondamentale nella politica di gestione del decumulo e nella scelta dei prodotti finanziari più adatti.
Accanto ai tre pilastri del sistema pensionistico italiano (previdenza pubblica, fondi pensione di categoria e previdenza integrativa individuale) ci sono infatti dei prodotti che si possono declinare in base alle singole esigenze: polizze a tutela del passaggio patrimoniale, polizze vita per destinare parte dell’eredità a persone scelte come beneficiari, premi vitalizi a premi unici e strumenti di tipo creditizio per chi ha accumulato poco e deve comunque guardare ancora a un futuro lontano.