Decine e decine di cassonetti stracolmi di cibo fresco, pronto per essere portato in tavola e destinato invece a essere buttato. Questa è l’immagine che deve venire in mente quanto si sente parlare di spreco alimentare. Essere consapevoli di cosa significa in concreto è necessario soprattutto in ottica di sostenibilità, e anche in questo caso diverse app possono assistere i consumatori che vogliono contribuire a rendere il sistema agroalimentare più sostenibile ed equo.
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CIBO IN ECCESSO: I NUMERI (ANCHE IN ITALIA)
Lo spreco alimentare, dunque, consiste nella quota di cibo ancora buono che viene scartata o che si guasta lungo tutta la filiera, dalla produzione (in questo caso si parla di “perdita alimentare”) al consumo. Secondo la FAO, si tratta di circa un terzo degli alimenti a livello mondiale. Se una frazione di spreco è considerata fisiologica e quindi inevitabile (per esempio le parti non commestibili degli alimenti, come i gusci d’uovo), in circa il 60% dei casi una maggior attenzione potrebbe ridurlo in maniera significativa, se non quasi azzerarlo.
In Italia stiamo imparando a comportarci meglio che in passato: l’ultimo Osservatorio Waste Watcher International su cibo e sostenibilità – Caso Italia 2023, dimostra un certo rigore dei consumatori italiani: lo spreco domestico pro capite è sceso oggi a circa 524 grammi a settimana rispetto ai 674 dell’agosto 2022, ma è ancora tanta la strada da fare.
Lo studio di Waste Watcher International evidenzia che gli alimenti più sprecati in Italia, principalmente da nuclei senza figli residenti in piccoli comuni, sono frutta, verdura, insalate e pane, rilevando anche le ragioni più comuni della dispersione a livello domestico:
- il 48% degli intervistati ritiene che frutta e verdura si guastino rapidamente a causa dei metodi di conservazione utilizzati dagli esercenti;
- il 30% attribuisce parte della responsabilità del deterioramento ai lunghi intervalli che intercorrono tra una spesa e l’altra.
I consumatori italiani, però, sono anche consapevoli dei propri errori:
- il 44% ammette di dimenticare di aver acquistato determinati prodotti;
- il 31% si dichiara poco propenso a mangiare avanzi.
- il 24% segnala non poche difficoltà nel capire come conservare correttamente gli alimenti.
APP SPRECOMETRO
Valutare i propri comportamenti per poi modificarli può essere un primo passo per contribuire a migliorare questa situazione, e l’app realizzata dallo stesso Osservatorio Waste Watcher International in collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie agroalimentari dell’Università di Bologna e Last Minute Market può aiutare.
Si chiama Sprecometro e permette di calcolare (in grammi) il proprio tasso di spreco, sia in termini economici sia di impronta carbonica e idrica. In base ai dati inseriti dall’utente, l’app proporrà contenuti educativi volti ad aumentare il grado di consapevolezza e quindi a ridurre gli sprechi. È anche possibile fissare degli obiettivi coerenti con quelli dell’Agenda ONU 2030.
APP UNA BUONA OCCASIONE E SVUOTAFRIGO
Allo stesso tempo, essere informati sulle modalità di conservazione dei prodotti può ridurre notevolmente gli sprechi.
Insegnare come comportarsi se in frigo o in dispensa ci sono alimenti prossimi alla scadenza è lo scopo dell’app Una buona occasione, progetto contro lo spreco alimentare delle Regioni Piemonte e Valle d’Aosta realizzato dal Ministero dello sviluppo economico con l’aiuto degli esperti dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
Nell’app si possono trovare suggerimenti su come, dove e per quanto tempo conservare oltre 500 alimenti, su come riutilizzare avanzi e scarti e molte altre informazioni.
Fotografando le date di scadenza sulle confezioni è inoltre possibile impostare notifiche che le ricordino.
Nasce invece dall’idea di due ragazzi campani Svuotafrigo, una sorta di ricettario al contrario: l’app suggerisce come cucinare, per evitare di buttarli, gli ingredienti presenti in frigorifero o in dispensa. L’esteso database di ricette ne include anche diverse che tengono conto di regimi alimentari specifici.
APP TOO GOOD TO GO
Contrastare lo spreco alimentare e contemporaneamente risparmiare è invece la filosofia alla base di progetti come Too good to go. Come funziona? A fine giornata, gli oltre 24.000 esercizi aderenti (negozi grandi e piccoli, supermercati, panifici, gastronomie e ristoranti) mettono in vendita box di prodotti deperibili invenduti che possono essere acquistati via app a un terzo del loro valore.
Si scelgono sulla app, e si va a ritirare la confezione all’ora prestabilita lasciandosi stupire dal contenuto della box. Anche a seguito dell’aumento dei prezzi dovuto all’inflazione, molti italiani hanno aderito al servizio, soprattutto nelle grandi città: milanesi e romani, nel 2022, hanno salvato da soli quasi un milione di pasti.