L’effetto della pandemia sulle nuove abitudini delle famiglie italiane si riflette anche sul paniere che l’Istat compone ogni anno per misurare l’andamento dei prezzi al consumo (inflazione) e il peso con cui ogni componente agisce su questi ultimi.
Le novità per il 2021 sono due: la prima è che nessuno degli elementi che erano presenti nel 2020 è uscito dalla lista, a dimostrazione che tutti i prodotti precedenti sono ancora di uso attuale. La seconda è che ci sono nuovi ingressi, numerosi, e hanno tutti a che fare con le conseguenze del Covid-19 che ha profondamente condizionato le scelte d’acquisto delle famiglie italiane in modo duraturo.
LE NOVITÀ
I cosiddetti “prodotti elementari” inseriti nel paniere del 2021 sono 50 in più: da 1.681 sono diventati 1.731 e sono stati raggruppati in 418 aggregati. Leggermente più numerosi (49 in più da 1751 da 1.700) quelli utilizzati per il calcolo dell’indice europeo. Ma la sostanza non cambia.
Tra i prodotti rappresentativi dell’evoluzione nelle abitudini di spesa delle famiglie e delle novità normative, entrano nel paniere 2021:
- le mascherine chirurgiche;
- le mascherine FFP2;
- il gel igienizzante per le mani;
- la ricarica elettrica per l’auto;
- il monopattino elettrico in sharing;
- il servizio di posta elettronica certificata;
- il dispositivo anti abbandono.
Si aggiungono poi integratori alimentari e caschi per veicoli a due ruote.
Tra i prodotti che rappresentano consumi consolidati, invece, entrano nel paniere, tra gli altri, la macchina impastatrice (tra gli apparecchi per la lavorazione degli alimenti) e la bottiglia termica (tra gli utensili da cucina non elettrici e articoli domestici non elettrici).
L'EVOLUZIONE DELLA SPESA
I nuovi ingressi rappresentano non solo l’evoluzione nelle abitudini di spesa delle famiglie, ma anche l’impatto di un fenomeno come la pandemia o le conseguenze di nuove normative.
Si prenda ad esempio gli integratori alimentari, le cui vendite nei mesi del lockdown sono cresciute fino a diventare una porzione importante del mercato, tanto da meritare l’ingresso nel paniere Istat (secondo FederSalus vitamine, minerali e immunostimolanti sono cresciuti in volume del 38% e in valore del 36% mentre i prodotti per il sonno sono aumentati rispettivamente del 28,8% e 37,1%).
Stessa cosa per il casco per veicoli a due ruote, dopo il boom delle biciclette e la scelta di lasciare l’auto a casa per muoversi. Le normative in materia di digitalizzazione della pubblica amministrazione, poi, hanno fatto sì che diventasse di “uso comune” il servizio di posta elettronica certificata (Pec) e il dispositivo anti abbandono dei neonati, obbligatorio per legge dopo i numerosi incidenti per abbandono.
I BENI CONSOLIDATI
Ma anche oggetti che già facevano parte della vita degli italiani e che sono diventati ora “consolidati” devono questo passaggio proprio alla pandemia. Ne sono un esempio la macchina impastatrice (che ha trovato nuovi fan del pane fatto in casa durante i lunghi mesi di restrizione) o la bottiglia termica, ormai di uso quasi comune al posto delle bottigliette di plastica usa e getta poco amiche dell’ambiente.
Tra le altre new entry più curiose e ugualmente legate alla pandemia, compaiono scarpe da ginnastica e da trekking per uomo e per donna (anche queste sostenute dal maggior uso derivante dal fatto che si è praticata più attività sportiva all’aperto che al chiuso) e le calzature da casa, figlie del lockdown e dell’isolamento forzato.