È da qualche anno che ha iniziato a crescere e ora, a due anni dall’esplosione della pandemia di Covid-19, il mercato della nutraceutica sembra destinato a una corsa sempre più rapida. L’attenzione alla salute, alla prevenzione e alla cura di sé è diventata un sentimento condiviso e trasversale nella società anche in ottica di sostenibilità, e sempre più consumatori hanno iniziato a fare uso di integratori e soluzioni in grado di proteggere di più il proprio corpo. Soprattutto in Italia.
DI COSA STIAMO PARLANDO
Il termine “Nutraceutica” nasce dalla fusione di “nutrizione” e “farmaceutica” e indica quella disciplina che mette insieme le varie componenti degli alimenti che hanno un effetto positivo sulla salute anche e soprattutto per prevenire e trattare vecchie e nuove patologie.
Unisce i cosiddetti cibi funzionali “arricchiti” (per esempio il latte con aggiunta di Omega3), quelli “fortificati” (per esempio latte con più calcio), quelli “ricombinati” (per esempio il kiwi gold) e quelli “free from” (senza glutine, senza zucchero, senza grassi…), a tutti gli integratori e a tutti gli alimenti studiati appositamente per gli sportivi, i neonati e per chi ha esigenze mediche particolari.
Secondo l’ultimo rapporto internazionale dedicato al settore dall’Ufficio Studi di Mediobanca (“Nutraceutica e novel food: tra salute e sostenibilità”) a livello mondiale questo mercato nel 2021 valeva 500 miliardi di dollari che, nel 2027 diventeranno 745 con una crescita media annua del 7% circa. “La categoria più consistente è quella dei cibi per il controllo del peso (slimming o weight management) pari a 214 miliardi di dollari, con previsione di sviluppo al 6% medio annuo” si legge nel rapporto Mediobanca “seguita dagli integratori, che valgono a livello globale 140 miliardi (+7,7% le attese). I baby food arrivano a 73 miliardi (+6,5%), ma sono le specialità vegan a mostrare le attese più rosee (25 miliardi, +9%)”.
IL MERCATO IN ITALIA E IN EUROPA
In Italia il mercato della nutraceutica nel 2020 valeva circa 4,8 miliardi di euro divisi tra 300 milioni in alimenti per l’infanzia (tutto ciò che accompagna un bambino fino a tre anni di vita, soprattutto omogenizzati e latte), 800 milioni in nutrizione specializzata (in particolare le soluzioni per celiaci e a fini medici speciali) e 3,8 miliardi in integratori alimentari.
È quest’ultimo il comparto che tra il 2008 e il 2020 è cresciuto di più, triplicandosi da 1,3 a 3,8 miliardi e nel primo semestre del 2021 ha fatto un nuovo balzo in avanti del 4,5%. Basti pensare che nel 2020 gli integratori alimentari hanno rappresentato il 12,7% delle vendite complessive delle farmacie. L’Italia ha il primato in Europa con un mercato stimato nel suo complesso attorno ai 14,6 miliardi di euro nel 2020 pari al 26% del totale, davanti alla Germania (2,7 miliardi – 18,8%), alla Francia (2,1 miliardi – 14,7%), al Regno Unito (1,4 miliardi – 9,5%) e alla Spagna (1,1 miliardi – 7,2%). Italia, Germania e Francia rappresentano insieme il 59,5% del totale europeo che entro il 2025 potrebbe superare i 19 miliardi di vendite al dettaglio con una crescita del 6%.
In questo scenario l’Italia si candida a rimanere leader in Europa con un mercato che nel 2025 potrebbe raggiungere i 4,8 miliardi di euro, rispetto ai 3,6 della Germania e ai 3,1 miliardi della Francia.
I MOTIVI DELLA CRESCITA
Per spiegare questo trend crescente bisogna considerare tre fattori principali che sono stati ulteriormente accelerati dall’emergenza pandemica. Il primo è stato il bisogno di tutelare di più la salute della popolazione italiana, sempre più longeva, anche per evitare un eccesso di peso sul sistema sanitario nazionale. In questo senso, integrare in modo adeguato alimentazione e stili di vita è diventato per molti una necessità.
Il secondo fattore cammina di pari passo con l’aumento delle malattie legate ai disordini alimentari che a loro volta richiedono cure specifiche e uso di cibi adeguatamente rafforzati.
Il terzo fattore riguarda invece la crescente resistenza ai farmaci da parte di chi ne ha abusato o per motivi culturali.
Tutto questo è stato ovviamente amplificato dal Covid-19 che ha richiamato in modo netto l’attenzione al rafforzamento del sistema immunitario con una domanda crescente di alimenti e integratori a supporto.