Gli ultimi dati del centro studi Fleet & Mobility parlano di un mercato delle due ruote positivo nel 2018, cresciuto in un anno in valore del 7% e in quantità del 12,7%. È un mercato fatto di piccoli numeri per quel che riguarda le moto, e di grandi numeri per gli scooter, ed è cresciuto anche grazie allo scooter sharing in città grandi come Roma e Milano.
Al suo interno c’è una voce che emerge e che la dice lunga su come stia cambiando, anche in questo settore, la sensibilità dei consumatori verso i temi ambientali. Se nel 2009 parlare di moto elettriche significava essere additati come dei “marziani” del settore, infatti, oggi è diverso. C’è un’evoluzione culturale in corso e sta arrivando, seppur lentamente, anche in Italia.
DA DOVE PARTIAMO
Il modello elettrico applicato alle due ruote arriva dall’America dove il pendolare medio usa la moto per i suoi spostamenti così come in Europa si usa prevalentemente lo scooter. Zero Motocycles infatti è nata in California, dove gli aspetti legati alla tutela dell’ambiente sono sempre stati presenti nella cultura della gente comune. E da lì si è sviluppata nei mercati più conservatori e tradizionali come l’Europa, dove la moto è stata sempre un oggetto da avere e amare ma per rispondere a un hobby e a una passione e non tanto (e non solo) a una necessità di mezzo di trasporto tra casa e lavoro.
Fino a qualche anno fa i consumatori interessati a questo mondo erano solo freeker tecnologici oppure ingegneri, programmatori, professionisti del mondo del software e dunque molto appassionati di tecnologia e persone sensibili all’aspetto ambientale, anche quando applicato ai motori.
COSA È CAMBIATO
Via via la cultura della moto green ha ampliato il bacino di utenza, in particolare in alcuni mercati come l’Europa del nord, dove i motociclisti hanno acquisito una grande sensibilità sul tema della mobilità elettrica e dove l’uso di una moto è diventato molto simile a quello che conosciamo in Italia, ovvero non solo un mezzo per gli spostamenti quotidiani ma con cui godere del proprio tempo libero soprattutto nei fine settimana. Il tutto è stato sostenuto, soprattutto nei paesi nordici, da incentivi fiscali importanti volti a politiche di tutela dell’ambiente.
LA SITUAZIONE IN ITALIA
L’Italia è un mercato che è arrivato molto in ritardo sul tema della mobilità green rispetto agli altri, essendo uno dei Paesi più tradizionalisti. Principalmente per un motivo: è la patria di molti brand che hanno fatto la storia del motociclo, da Ducati ad Aprilia, da Gilera a Guzzi. È normale quindi che il mercato degli appassionati italiani sia meno avvezzo a uscire fuori dalla tradizione.
Ma qualcosa sta cambiando anche da noi.
I consumatori iniziano a prendere in considerazione l’ipotesi di una moto elettrica, e quindi vari concessionari sono interessati ad avere il prodotto per poter accontentare anche i clienti più esigenti e disposti a pagare qualcosa in più. A parità di prestazioni, infatti, una moto elettrica è più costosa anche perché la tecnologia applicata è di alto valore non solo per la batteria utilizzata ma anche per il lavoro di ingegnerizzazione e per i software di gestione utilizzati.
A CHI PIACCIONO
Anche per questo le moto elettriche diventano competitive in termini di costi soprattutto nella costituzione di flotte locali ad alto utilizzo mentre soddisfano un privato nel rapporto costo/beneficio quando effettua almeno 20/30 mila chilometri l’anno che gli consentono di ammortizzare il veicolo in circa 4 anni per poi godere di un risparmio effettivo.
Ma c’è di più. Molti clienti che si convertono alla moto elettrica ne fanno un vero e proprio status: tecnologia, costi e esclusività si sommano al fatto che l’esperienza di guida, diversa ma divertente tanto quanto quella tradizionale, si arricchisce del silenzio e dell’assenza di vibrazioni. Per alcuni non avere il “sound” è una perdita, ma per altri diventa un valore aggiunto: il “viaggiare elettrico” diventa più piacevole per se stessi e per gli altri. E questo piace sempre di più.