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  • 21 Novembre 2024
  • Ultimo aggiornamento 20 Novembre 2024 09:36
  • Milano

Così il conflitto russo ucraino sta cambiando i consumatori

Economia in rallentamento, fiducia che scende, costi che aumentano. Ecco come gli italiani stanno scegliendo di modificare quantità e qualità degli acquisti senza rinunciare ai valori di sostenibilità

Così il conflitto russo ucraino sta cambiando i consumatori

È ormai un dato di fatto che il conflitto russo-ucraino, unitamente all’indisponibilità di materie prime, abbia condotto a un importante aumento dei costi di gas, petrolio, rame e alluminio con ricadute tanto sul mondo produttivo quanto sulle scelte di consumo familiari.

Il pil italiano ha subito una brusca frenata e alla fine del 2022 è previsto in crescita solo del +1,9% nel 2022 che scenderà a +1,6% nel 2023, se si ipotizza il termine del conflitto russo-ucraino entro luglio 2022.
La fiducia delle imprese è scesa a 105,4 in marzo rispetto a 107,9 di febbraio e nel frattempo l’aumento dei costi energetici e la dipendenza da gas e petrolio hanno prodotto un aumento della bolletta energetica italiana di 68 miliardi di euro.

Nella ricerca “Il ruolo della sostenibilità alla luce dei nuovi scenari evolutivi: sostenibilità tra la crisi del mercato delle materie prime e il conflitto ucraino”, preparata in relazione all’ultimo Osservatorio Packaging di Largo Consumo realizzato da Nomisma in collaborazione con SpinLife, si analizza come si traduce tutto questo nelle scelte di consumo delle famiglie italiane, preoccupate per la guerra russo-ucraina e per l’aumento dei prezzi ma non dimentiche del cambiamento climatico in atto. E quello che emerge non promette nulla di buono.

LE STRATEGIE DI RISPARMIO IN ATTO

Si assiste, innanzitutto, a un crollo del clima di fiducia dei consumatori, che scende al di sotto dei livelli pre-pandemici. Nonostante la grande distribuzione stia contenendo il trasferimento degli aumentati costi di produzione e trasporto ai consumatori, gli italiani hanno già ben chiare le strategie di risparmio da adottare per salvaguardare il budget familiare in caso di un aumento generale dei prezzi.
Per il 45% la soluzione sarà quella di concentrare gli acquisti su soli prodotti e servizi indispensabili togliendo tutto quello che non è essenziale.
Invece, il 20% prevede di ridurre le quantità acquistate senza però rinunciare alla qualità dei prodotti e dei servizi scelti.
L’11% dovrà invece effettuare un “doppio taglio” al carrello sia in termini di quantità che di qualità.

LA GENERAZIONE Z

Resta comunque elevata l’attenzione all’ambiente. Il 59% della popolazione, oggi, presta più attenzione ai temi green rispetto al 2019.

Sostenibilità per gli italiani significa soprattutto fare scelte di responsabilità verso le generazioni future (43%), che contrastino gli sprechi e che anzi portino un risparmio e un vantaggio economico (30%) – come testimonia il fatto che l’89% degli italiani compie quotidianamente scelte sostenibili contenendo gli sprechi idrici ed energetici.

Per l’84% degli italiani la sostenibilità passa soprattutto per le scelte di acquisto alimentari.
Acquistare un prodotto sostenibile significa – in prima battuta – comprare un prodotto realizzato tramite un utilizzo responsabile delle risorse e con un basso impatto ambientale, che riduca e minimizzi cioè le emissioni di CO2 (70%), il consumo idrico (65%) ed energetico (63%).

Ma la sostenibilità alimentare dipende anche dal packaging, che contribuisce a definire un prodotto sostenibile soprattutto quando è riciclabile (62%), realizzato con materiali sostenibili (59%), senza overpackaging (46%) e plastic free (41%).

L'IMPORTANZA DELLA COMUNICAZIONE

Il 70% degli italiani nel corso del 2021 ha acquistato da aziende attive sul piano della tutela dell’ambiente e il 63% da imprese con cui si condividono i medesimi valori, segno che il sistema di valori resta comunque importante, almeno per la maggior parte dei consumatori.
E questo si traduce nella ricerca (e richiesta) di informazioni sulle caratteristiche dei prodotti alimentari (e non solo) necessarie per valutarne la sostenibilità. Per gli italiani però, quanto comunicato – soprattutto in etichetta – non è ancora sufficiente: il 64% dei consumatori vorrebbe saperne di più e addirittura il 26% non ritiene sufficienti le informazioni di cui dispone.

contributor
Responsabile Market Intelligence Nomisma S.p.A. Expertise su osservatori, numeri, metodi e soluzioni per il monitoraggio della domanda per la valutazione di trasformazioni e impatti su brand, imprese, settori

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