Strano momento quello del credito al consumo. Il settore, per definizione ciclico, sta mostrando per ora una reazione anticiclica rispetto all’attuale emergenza economica generata anche dalle tensioni geopolitiche dovute al conflitto russo-ucraino, che hanno spinto a un rallentamento del pil, a un ulteriore aumento dell’inflazione e a un nuovo scenario di incertezza economica per le famiglie.
I dati del nuovo Osservatorio sul credito al dettaglio presentato da Assofin, Crif e Prometeia e relativi al 2021 e al primo trimestre del 2022, parlano di un mercato ancora positivo, con un basso livello di rischio e un indice di spesa delle famiglie che tiene.
Ma l’incertezza sul futuro, da ora in avanti, è alta. “La maggiore inflazione peserà sul potere d’acquisto delle famiglie” spiega Rita Romeo, principal Prometeia, “e soprattutto su quelle a basso reddito per cui sarà difficile sostenere i consumi difficilmente comprimibili”.
PERCHÉ IL CREDITO AL CONSUMO CRESCE
I dati per ora sono però positivi. Li snocciola Kirsten van Toorenburg, responsabile studi, statistiche e formazione di Assofin che indica come nel 2021 le erogazioni di credito al consumo abbiano registrato un deciso rimbalzo (+15,7% rispetto al 2020) come quelle dei mutui immobiliari (+10.8%). Nel primo trimestre del 2022 la crescita non si è fermata: il credito al consumo è ulteriormente cresciuto dell’11%, in linea con il livello pre-Covid, mentre i mutui immobiliari del 9,5%. “Nonostante lo scenario di incertezza davanti al quale ci troviamo” spiega van Toorenburg “il credito alle famiglie cresce. Il motivo è da ricercare nel fatto che siamo reduci dalla fase complessa della pandemia in cui molte famiglie avevano già ritardato i loro progetti che ora vogliono o devono realizzare. E spesso lo fanno ricorrendo al credito al consumo”.
A livello di prodotto, contrariamente a quanto accaduto fino a pochi mesi fa, è il prestito personale a trainare la crescita del settore con un +33% nel trimestre, mentre scende del 9,5% la domanda di prestiti finalizzati all’acquisto di auto o moto (a causa della crisi della supply chain, dell’incremento dei costi delle materie prime e dall’aumento del valore dell’usato).
Il restante comparto del finalizzato aumenta invece dell’8,5%, spinto dai prestiti per l’acquisto di mobili e arredamento, legati alle nuove esigenze abitative e quelli finalizzati ad acquisti di ciclomotori, grazie anche al sostegno degli ecoincentivi.
Un aspetto interessante di questi primi mesi del 2022 è l’aumento dell’accesso al credito al consumo attraverso i canali digitali non solo in volumi ma anche nell’importo medio finanziato. “Se l’importo medio di un prestito personale erogato offline è pari a 14.200 euro, quando si passa all’online si resta a livelli comunque elevati: 11.100 euro” dice van Toorenburg. “Su tutto il resto del finalizzato il mercato è più parcellizzato e piccolo in seguito all’esplosione dell’ecommerce e si passa dai 1.600 euro delle procedure offline ai 540 euro online”.
RISCHI ANCORA BASSI
A dare fiducia, nonostante un futuro incerto, è la solidità delle famiglie italiane. Daniela Bastianelli, senior project manager per Crif, ribadisce come il rischio di credito resti ai minimi storici. “Davanti al nuovo sciame inflattivo, al rallentamento del pil e alla conseguente riduzione della capacità di spesa delle famiglie, abbiamo la fortuna di anteporre livelli occupazionali che hanno superato i livelli pre Covid e risparmi accumulati significativi che hanno rafforzato le famiglie. Se non avessimo avuto gli interventi pubblici come le moratorie, la cassa integrazione governativa e il reddito di emergenza sicuramente ci troveremmo in una situazione ben più grave”.
Oggi però ci sono emergenze nuove, legate ai forti rincari dei costi dell’energia, all’inflazione e alla ripercussione del conflitto sul reddito disponibile, oltre che a una politica monetaria che sta cambiando rotta. “È per questo che le nuove tranche di credito erogato nascondono qualche criticità in più rispetto alle precedenti” aggiunge Bastianelli. “Si tratta di piccole variazioni che al momento non preoccupano ma che rappresentano indicatori da tenere sotto controllo”.
Secondo recenti dati elaborati da Nomisma, per esempio, sono aumentate dal 16,2% al 16,7% le famiglie che nei prossimi 12 mesi avranno difficoltà nel pagamento della rata del mutuo e dal 5,8% al 7,5% quelle che hanno accumulato ritardi per oltre 90 giorni nei pagamenti delle rate.
LE PREVISIONI E GLI SCENARI ESG
Dunque, cosa prevedere per il prossimo futuro? “Non c’è momento più difficile di questo per fare previsioni” spiega Rita Romeo, principal Prometeia. “Quello che è certo è che il tasso di indebitamento delle famiglie resta sotto controllo. Nel 2021 era pari al 65% del reddito, e le nostre previsioni ci dicono che scenderà al 64% nel 2024. La media europea è del 100%”.
Questo fa pensare che anche il credito al consumo continuerà a crescere all’incirca del 4,6% annuo entro il 2024 dal +3,8% del 2019.
Come giustificare questa crescita? Grazie alle politiche di sostegno e incentivi per i giovani, alla crescita del digitale e grazie al forte impulso che si sta andando alle erogazioni legate al mondo green.
Il primo ad aprire un’importante finestra su questa tendenza che sta interessando in modo determinante anche il settore del credito al consumo è stato proprio l’Amministratore Delegato di Agos François Edouard Drion, che ha sottolineato l’importanza della sostenibilità come traino per il business di Agos. “Come operatori di credito al consumo possiamo e dobbiamo contribuire alla transizione energetica e al contrasto al climate change indirizzando i consumi dei clienti e sostenendo i comportamenti di acquisto più virtuosi” ha dichiarato. “Quella ambientale è solo la prima delle dimensioni della sostenibilità: noi crediamo in un credito inclusivo, trasparente e responsabile che si traduce in una politica di vicinanza ai clienti costante, che li aiuti a comprendere meglio anche i diritti a loro riservati”.
Le affermazioni di Drion trovano riscontro nei numeri: il settore del credito al consumo sta investendo sempre di più sull’inclusione finanziaria favorendo l’accesso al credito anche alle fasce più deboli della popolazione. Nei primi tre mesi del 2022, secondo i dati del rapporto, sono aumentati del 3% i finanziamenti a favore dei giovani (25-34 anni) e del 2% quelli per gli over 55 oltre che per i residenti stranieri in Italia.
Crescono anche i finanziamenti finalizzati alla mobilità a basso impatto ambientale, ibrida ed elettrica (il 23% del totale rispetto al 15% del 2020) e aumentano i prestiti a sostegno dell’acquisto di una casa classificata come “green” o dell’efficientamento energetico di vecchi immobili (13% del totale dei presiti finalizzati per la casa rispetto al 12% del 2020).