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  • 21 Novembre 2024
  • Ultimo aggiornamento 20 Novembre 2024 09:36
  • Milano

3 app (e una piattaforma) per il consumatore sostenibile

Dall’applicazione che fornisce informazioni sulla composizione degli imballaggi a quella che ci aiuta a compiere scelte consapevoli riguardo l’abbigliamento. La sostenibilità passa per i nostri smartphone. Ecco come usarli al meglio per aiutare il pianeta

3 app (e una piattaforma) per il consumatore sostenibile

Alzi la mano chi non ha uno smartphone in tasca. Il 94% degli adulti italiani ne possiede uno (dati Deloitte Digital Consumer Trends Survey 2022) e ormai esistono applicazioni per (quasi) tutto, anche per promuovere comportamenti utili a ridurre l’impronta ecologica e dare un contributo concreto alla sostenibilità ambientale.

Come è possibile farlo? Esercitando la capacità di scelta grazie anche a diverse app che possono aiutare a far diventare tutti consumatori più green. Vediamone alcune.

CON JUNKER OGNI PRODOTTO HA IL SUO RICICLO

Gli italiani prestano molta attenzione allo smaltimento dei rifiuti e alla raccolta differenziata, più dei tedeschi: era già emerso nella nostra survey Agos Insights (qui l’articolo) e secondo il Rapporto Il Riciclo in Italia 2022 di Fondazione Sviluppo Sostenibile, nel 2020 abbiamo riciclato il 72% di tutti i rifiuti, urbani e speciali/industriali, contro una media europea del 53%.

Non è sempre facile, però, capire come smaltirli. Per farlo possiamo servirci di Junker, un’app che, forte di un database di 1,8 milioni di prodotti, tramite la scansione del codice a barre, identifica i materiali che compongono una confezione e indica come differenziarla in base alle regole del Comune di appartenenza. Ideata da un gruppo di giovani ingegneri bolognesi, va incontro all’esigenza di chiarezza delle famiglie italiane (secondo l’Istat il 93,4% vorrebbe maggiori informazioni su come gestire i rifiuti) dato che il nostro Paese di certo non aiuta: esistono infatti 34 diverse modalità di raccolta differenziata lungo la penisola.

PER I GRANDI IMBALLAGGI C'È ECOD TOOL

Se invece si passa a imballaggi di altra portata, come quelli prodotti dalle imprese, può venire in aiuto una la piattaforma EcoD Tool sviluppata dal Consorzio nazionale Imballaggi/Conai per calcolare l’impronta ambientale di ogni tipo di imballaggio lungo tutto il suo ciclo di vita.

L’analisi si basa su quattro parametri: la quantità di CO2 emessa, il consumo di acqua e quello di energia e la quantità di materia prima seconda ricavabile. Identificare lo stadio meno ecosostenibile nella vita dell’imballaggio consente di intervenire sulle fasi critiche e migliorare la produzione (o rivedere le caratteristiche del prodotto in sé).

NED, LA APP PER CONTROLLARE I CONSUMI DOMESTICI

Tra i consumi domestici da monitorare maggiormente ci sono quelli energetici: ridurli consente di impattare di meno sull’ambiente ottenendo contemporaneamente un risparmio economico, anche consistente.

È possibile intervenire in chiave sostenibile su questo tipo di consumi, e l’app Ned può aiutare a raggiungere dei buoni risultati. Grazie a sistemi di apprendimento automatico e analisi dei dati, un dispositivo collegato al quadro elettrico di casa si connetterà agli elettrodomestici alla ricerca delle loro impronte elettriche per scoprire quando e quanto consumano. Il report, sempre aggiornato, è consultabile tramite l’applicazione e mostra quali apparecchi consumano di più, segnalando anche eventuali assorbimenti anomali sulla linea e consumi nascosti, oltre a fare una previsione sulle bollette. Se, in base ai dati, ritiene che un elettrodomestico sia da cambiare, Ned propone modelli più efficienti e consiglia anche tariffe energetiche più convenienti, che permettono di arrivare a risparmiare sino al 20% all’anno in bolletta.

GOOD ON YOU, LA APP PER SAPERE SE INDOSSI CAPI GREEN

Ma se c’è un settore su cui sarebbe davvero necessario stringere la morsa della sostenibilità, è quello della moda la cui industria è una delle più inquinanti al mondo (come vi abbiamo raccontato qui): le stime dell’ONU indicano che, a fronte di un bassissimo tasso di riciclo (l’85% dei capi d’abbigliamento viene incenerito o smaltito nelle discariche del sud del mondo), il comparto è responsabile di circa il 10% delle emissioni globali di gas serra e del 20% dell’inquinamento idrico industriale.

I numeri sono così impressionanti che l’Unione Europea indica il settore tessile come una delle sette aree chiave del suo Piano d’azione per l’economia circolare.

Fondamentale, quindi, allungare il più possibile la vita dei capi di abbigliamento (rivendendoli) ma soprattutto compiere scelte consapevoli in fase di acquisto.

Punto di riferimento è Good on you, uno strumento intuitivo e autorevole nato per informare i consumatori sulla sostenibilità dei brand di moda. I fondatori sono attivisti, professionisti della moda e scienziati che hanno come scopo anche contrastare il fenomeno del fast fashion. Il compito di valutare i marchi analizzando elementi come le emissioni di gas serra, l’uso dell’acqua, la sicurezza e i salari dei lavoratori, il benessere animale e la scelta dei materiali è affidato a team di esperti, e il database messo a disposizione dei consumatori contiene le valutazioni di oltre 4000 brand.

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