Se si digita sul proprio motore di ricerca refurbed.it, oppure backmarket.it, o ancora trendevice.it, certideal.it o swappie.com si atterra nel mondo dei prodotti “ricondizionati” o “refurbisched”, per dirla alla inglese: smartphone, tablet, pc (ma anche elettrodomestici) rigenerati.
Cosa significa? Che sono stati rimessi in circolo dopo essere stati venduti una prima volta, ma poi ritirati dal mercato per piccoli difetti nel packaging, minuzie estetiche o piccole falle nei contenuti delle confezioni, oppure dopo essere stati utilizzati a lungo e sostituiti ancora funzionanti. Su questi apparecchi viene fatto un lavoro di revisione, riparazione, igienizzazione e aggiornamento lato software che consente di rimetterli in circolo con un’etichetta chiara che indica che il prodotto è “refurbisched”, ricondizionato.
Secondo uno studio di Espresso Communication realizzato per Senso, specialista dei ricondizionati, entro il 2031 questo mercato varrà l’11% del totale (+188%); in pratica 144 miliardi di dollari sui complessivi 983 miliardi del mercato dei prodotti tecnologici nuovi.
L'IMPORTANZA DELL'IMPATTO AMBIENTALE
È il mercato che fa la guerra all’obsolescenza programmata e allo spreco, mentre strizza l’occhio all’economia circolare e alla sostenibilità tecnologica e ambientale. Una nuova frontiera ma importante se, come è vero, la società di ricerche Counterpoint Research stima che da qui al 2030 i rifiuti elettronici aumenteranno del 40% e il tasso di riciclo non supererà il 20%. E se si pensa che gli smartphone pesano sul totale per il 12%, è facile capire quanto “ricondizionare” possa essere salvifico per il pianeta.
Di più: ricondizionare un prodotto già costruito consente di diminuire le emissioni di Co2, il 62% delle quali avviene durante il processo di estrazione e lavorazione delle materie prime necessarie alla loro produzione.
PERCHÈ PIACE AI CONSUMATORI
Ai consumatori, non a caso, questo mercato piace sempre di più: consente di risparmiare (esistono anche finanziamenti ad hoc per questo tipo di prodotti) e di aiutare l’ambiente.
Uno studio effettuato da CertiDeal, sito specializzato nella vendita di prodotti high tech ricondizionati, ha messo in luce come già nel 2021 si registrasse un interesse crescente soprattutto in Lombardia, Liguria e Lazio che rispetto all’anno precedente hanno raddoppiato la spesa in prodotti ricondizionati. La Lombardia, in particolare, è la prima regione per numero di acquisti che hanno interessato il 9,7% della sua popolazione.
Ciò che più attira i consumatori, oltre alla possibilità di dare un contributo importante alla sostenibilità riducendo lo spreco, è indubbiamente il prezzo contenuto del prodotto a fronte di una garanzia valida. I prodotti ricondizionati sono infatti venduti a un costo più o meno scontato a seconda del motivo per cui sono stati rigenerati (un conto è avere un difetto minimo nel packaging, un altro essere stato usato per un anno e poi lasciato per essere sostituito con un prodotto nuovo).
Quello che è certo, è che un prodotto rigenerato seriamente, presenta una sua etichettatura dove si spiegano le differenze con il nuovo e i motivi di ricondizionamento (oltre che una garanzia che è come quella di un prodotto nuovo, dunque minima di 12 mesi). Una soluzione che mette insieme ambiente, risparmio e sicurezza.