È da pochi giorni uscito l’ultimo rapporto Coop 2019 sui consumi degli italiani che ogni anno racconta come ci sentiamo e in che direzione vanno le nostre spese quotidiane.
Il punto di partenza è che nell’attuale fase politico-economica, mentre altrove in Europa la condizione di ricchezza e benessere sta lentamente migliorando, in Italia il reddito pro-capite non ha ancora raggiunto i livelli pre-crisi. Anzi, siamo ben lontani: 9 punti percentuali ancora di differenza (a marzo 2019) mentre la media europea è sopra di 3 punti (la Germania +13, la Franca +7,3, il Regno Unito +5,4).
Ma c’è di più. Nel 2018 dopo 5 anni di aumenti moderati si è assistito a un dietrofront della spesa media delle famiglie. Il dato si attesta al +0,3% ma, considerata l’inflazione, il valore reale parla di un -0,9% con grandi differenze tra nord e sud dove si spendono fino a 10 mila euro l’anno in meno per i consumi ordinari.
Questo trend in frenata si è registrato anche nella spesa alimentare (dopo 3 anni positivi) e ha registrato la sua battuta d’arresto a 5 punti percentuali sotto i livelli pre-crisi.
INCERTEZZA E AMBIENTE
C’è ancora incertezza sul futuro, quindi, e questo ha modificato le abitudini di spesa delle famiglie. Ma non solo.
A cambiare la geografia dei consumi sta intervenendo un fattore importantissimo: il cambiamento climatico che porterà a delle trasformazioni radicali. Come si legge nel rapporto Coop “tre gradi più alti di temperatura (previsti entro fine secolo) significano una perdita di 23 punti percentuali del Pil pro capite e una marcata concentrazione di ricchezza a favore di alcuni Paesi (del Nord) a scapito di altri (quelli dell’emisfero sud)”.
Ma cambiamenti climatici sono sinonimo non solo di una diversa distribuzione delle coltivazioni ma anche delle popolazioni. Si stimano 143 milioni di profughi “ambientali” entro il 2050 che da Africa, Asia e America Latina si dirigeranno verso il Nord del mondo.
L’Italia sarà terra di passaggio e in più vivrà sul suo territorio delle importanti rivoluzioni: negli ultimi 15 anni, “sono spariti 1 su 3 alberi da frutto, 500 ettari tra Sicilia e Calabria sono già oggi destinati alla coltivazione di frutta esotica, mentre le temperature che si innalzano hanno fatto aumentare la concentrazione di mercurio nei pesci”.
COSA CAMBIA NEI CONSUMI
Ed ecco dunque che questa consapevolezza ha già in parte modificato i comportamenti di vita e consumo: aumenta l’acquisto per esempio di automobili verdi (ibride +30% ed elettriche +148%), una donna su 4 sceglie la cosmesi green in cui solo nel 2018 sono stati lanciati 13 mila nuovi prodotti, il 14,3% in più dell’anno precedente.
Il 77% degli italiani usa elettrodomestici a basso consumo energetico, e i brand legati alla “Sostenibilità” crescono nei loro carrelli della spesa.
Di più: gli italiani sono diventati ecologisti anche nel cibo che deve essere per lo più proteico e sostenibile: il 68% del campione Coop è favorevole a far pagare un supplemento per i prodotti in plastica monouso.
FATTORE ITALIANITÀ
Al di là della sostenibilità, gli italiani mangiano sempre di più fuori casa e, mentre scende per la prima volta la spesa per gli smartphone (-1,6% da gennaio a luglio 2019) si spende molto nella ristorazione (83 miliardi di euro) e nei cibi pronti o veloci da preparare: al supermercato si compra molto l’instant food (+9,3% in un anno), il 26% degli italiani usa il food delivery ed è esploso il fenomeno delle instant pot, le pentole elettriche che si sostituiscono all’uomo in cucina con ottimi risultati finali (+72,8%).
Il 2019 segna inoltre, dopo anni di riduzione dei consumi, il grande ritorno della carne (+3,5% le vendite nel 2019), soprattutto italiana. L’italianità è un fattore che resta fortemente al centro delle scelte di acquisto: il 78% dei consumatori è rassicurato dall’origine 100% italiana e questi prodotti sono aumentati nel carrello della spesa del +4,8% in un anno (2018 su 2017).