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  • 3 Dicembre 2024
  • Ultimo aggiornamento 2 Dicembre 2024 10:27
  • Milano

Credito al consumo: come si comportano gli italiani

Il valore dell’erogato delle Associate Assofin è cresciuto del 6,2% e le operazioni del 10,1%. Il trend di crescita, seppur in graduale rallentamento negli ultimi due anni, risulta sostenuto dal clima di fiducia positiva delle famiglie italiane e dall’offerta espansiva

Credito al consumo: come si comportano gli italiani

I dati sul 2018 elaborati dall’Osservatorio Assofin descrivono un mercato del credito al consumo cresciuto in un anno del 6,2% in valore (59,5 milioni di euro) e del 10,1% in operazioni (253,4 milioni). L’evoluzione resta dunque positiva a conferma che le famiglie italiane vedono ancora nel credito uno strumento valido per realizzare un progetto di acquisto di ogni tipo di dimensione.

Certo, rispetto al 2014 il trend positivo si è lentamente e moderatamente ridotto a partire dal 2016, una volta superata la fase di recupero degli acquisti rimandati negli anni di crisi. Infatti l’evoluzione del credito al consumo è ciclica e strettamente correlata alla situazione macroeconomica e alla fiducia delle famiglie che tendono a chiedere prestiti quando hanno prospettive più favorevoli in termini di reddito e occupazione. E viceversa.

Ad oggi quindi ancora molte famiglie, davanti alla decisione di acquisto di un bene durevole (i cui consumi nei primi nove mesi del 2018 sono cresciuti del 2,5%), hanno scelto di richiedere un finanziamento per colmare una temporanea mancanza di liquidità o per non intaccare i propri risparmi.

COSA POSSIAMO ASPETTARCI

Ci troviamo tuttavia in un contesto macro-economico che sta cambiando con un rallentamento dell’economia a livello internazionale e, per quanto riguarda l’Italia, un’instabilità politica ed una revisione al ribasso della crescita del PIL. A ciò si sono aggiunte le politiche monetarie meno espansive della Banca Centrale Europea che possono condizionare il costo del credito.

Per quanto riguarda poi le famiglie, bisogna capire quindi quali possono essere gli impatti sul mercato di lavoro, le abitudini di spesa e il ricorso al credito. Al momento il clima di fiducia dei consumatori resta tuttavia ancora positivo, come dimostrano i dati Istat di gennaio quando è passato da 113,2 a 114 punti.

UNO SGUARDO SUI PRODOTTI

Più in dettaglio, sono i prestiti personali (che nel 2016-2017 crescevano a doppia cifra), a mostrare un andamento più modesto rispetto agli anni passati, evidenziando una crescita pari al 5%. Il comparto è stato trainante per diversi anni grazie ad un’offerta molto espansiva, spinta anche dalla concorrenza, verso la propria clientela fidata, ma anche a quella di altri istituti, surrogando prestiti esistenti con tassi molto agevolati.

Un altro dato interessante è quello relativo ai prestiti finalizzati all’acquisto di un’auto. I dati Assofin fanno riferimento solo agli operatori indipendenti che mostrano una crescita di +14,1%, nonostante il calo delle immatricolazioni auto (-3%). Bisogna ricordare che gli indipendenti trattano per lo più finanziamenti per auto usate che fanno registrare volumi in aumento del +20%.

Molto positivi anche gli altri prestiti finalizzati (+ 12,9%) con al primo posto l’acquisto di elettrodomestici ed elettronica, dopo il deciso calo registrato lo scorso anno.

Segnalo anche un trend interessante relativo all’aumento delle linee di credito presso i punti vendita convenzionati per consentire piccoli prestiti al consumatore evitando così i processi burocratici previsti per un finanziamento tradizionale. Tali operazioni raggiungono nel 2018 un peso del 20% sul totale numero di operazioni finanziate nell’ambito dei bianchi e bruni.

Infine, sotto la media, restano i finanziamenti della cessione del quinto dello stipendio o della pensione (+4,6%). Va detto che il comparto è in fase di riorganizzazione, ma mantiene ancora un buon potenziale, in quanto rappresenta l’unico prodotto garantito da un’assicurazione obbligatoria, agevolando l’inclusione finanziaria.

IL CONFRONTO CON L'EUROPA

È così che l’Italia, nel mercato del credito al consumo, si posiziona in linea con altri paesi europei affini come Germania, Francia, Spagna. Secondo gli ultimi dati di Banca d’Italia, le famiglie italiane hanno un indebitamento rispetto al reddito disponibile pari al 61,3% rispetto alla media del 94,8% condizionata maggiormente dai mercati anglosassoni dove il dato supera anche il 100%. In Italia, in particolar modo, il ricorso al mutuo immobiliare è inferiore agli altri paesi, mentre l’utilizzo del credito al consumo è abbastanza nella media, con un margine ancora buono di espansione senza rischi di eccesso di esposizione.

Laureata in “European Studies” presso la "Vrije Universiteit" di Amsterdam, ha iniziato la sua carriera presso ABN AMRO Bank, Milan branch. Entrata in Assofin (Associazione Italiana del credito al consumo e immobiliare) fin dalla fondazione nel 1992, ricopre oggi il ruolo di "Responsabile Studi, Statistiche e Formazione". È responsabile, per Assofin, di alcune pubblicazioni, tra le quali "Osservatorio sul Credito al Dettaglio" in collaborazione con Crif e Prometeia, e "Osservatorio sulle carte di credito", in collaborazione con Crif e GfK. Ha contribuito alla nascita del comitato per le statistiche della Federazione Eurofinas di Bruxelles, del quale è tuttora partecipante attiva.

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