Le previsioni non sono state deluse. Il ponte del 2 giugno ha confermato la positiva aria di ripresa per il settore del turismo. Gli italiani hanno ripreso a viaggiare, in tanti: tra i 13 e i 14 milioni si sono messi in viaggio alla ricerca di una pausa “alla vecchia maniera”. Ridotte al minimo le preoccupazioni per la pandemia, nessun limite agli spostamenti, possibilità di stare con chi si vuole ovunque si voglia.
Ma le difficoltà economiche dovute al particolare momento storico si sono comunque fatte sentire. I consumatori italiani hanno infatti scelto quasi tutti di restare in Italia magari al di fuori della propria regione (per uno su due). Così stimava l’Osservatorio Confcommercio SWG prima del 2 giugno e così è stato. Spesa media pro capite: 460 euro a testa.
I PRIMI SEGNALI DI INVERSIONE DI TENDENZA
Federalberghi (la Federazione che rappresenta le imprese turistico-ricettive italiane), ha calcolato in 12,6 i milioni di italiani in viaggio (di cui l’87% in Italia) per una spesa complessiva di 5,67 miliardi di euro per andare soprattutto al mare (44,5%) e nelle principali città d’arte (21,3%) e nel 23,7% dei casi in alberghi (la seconda scelta dopo la casa di parenti o amici).
La notizia è buona e fa ben sperare. La stessa Federalberghi, infatti, nel suo ultimo Barometro del turismo aggiornato a maggio del 2022 aveva evidenziato nei primi 4 mesi dell’anno:
- un calo dei lavoratori nelle strutture alberghiere italiane, rispetto al 2019 (anno pre-Covid divenuto ormai un riferimento temporale obbligato) intorno al 37,8%;
- un calo del tasso di occupazione delle camere del 22%;
- un traffico aeroportuale (tra sbarchi e imbarchi) in caduta del 38,8% per un totale di “soli” 22,9 milioni di passeggeri.
I dati promossi da Demoskopica a metà maggio, uniti al trend del 2 giugno, fanno pensare che la situazione inizi mostrare un’inversione di tendenza. Cosa dicono i dati Demoskopica? Che quasi 30 milioni di italiani andranno in vacanza in estate e lo faranno restando in Italia (addirittura in 9 su 10).
LA CRISI DA NON DIMENTICARE
Di certo non va dimenticato che il momento economico non è dei migliori. Pesano l’inflazione al 6,9% (la più alta dal 1986) e i timori per il futuro, che si portano dietro un rincaro dei beni alimentari (+7,1% maggio 2022/maggio 2021) e i prezzi dell’energia per un +42,2% rispetto allo scorso anno. Tra i consumatori che non sono andati in vacanza, infatti (e che non partiranno) il 34,1% ha rivelato a Federalberghi che non lo farà per motivi economici. Del resto, anche chi è partito ha risparmiato almeno un 10% dal budget previsto, come risulta dai dati di Cia-Agricoltori italiani.