La transizione a una mobilità più sostenibile è in atto. Se non altro perché questa è la volontà dell’UE. Tuttavia, questa scelta di cambio di passo ancora non sembra essere condivisa dagli automobilisti italiani che nell’elettrico vedono ancora troppe incognite e si fidano ancora poco. Tanti i temi che creano ancora incertezza: dalla durata delle batterie al loro tempo di ricarica, fino alla presenza delle infrastrutture stesse di ricarica nel nostro paese. A oggi, secondo il report “Il futuro della mobilità elettrica in Italia” elaborato da Motus-E, i veicoli elettrici rappresentano l’8,6% delle passenger car immatricolate e le infrastrutture presenti sul suolo nazionale sono circa 27mila con circa 51mila punti di ricarica. In questo scenario, è fondamentale che l’Italia compia un deciso passo in avanti sia nell’ampliamento e nell’ottimizzazione della rete di ricarica (così da rendere l’auto elettrica una scelta davvero conveniente e accessibile), sia nell’attuazione di incentivi di lungo periodo per favorire la vera transizione green.
LE BARRIERE ALL'ACQUISTO DELL'ELETTRICO
Ma facciamo un passo indietro. La limitata penetrazione dell’elettrico sul mercato è ormai nota e i motivi che, a oggi, rappresentano delle vere e proprie barriere all’acquisto sono:
- L’autonomia: avere a disposizione una percorrenza limitata è uno scoglio e nonostante l’autonomia sia in crescita rispetto ai primi modelli (da 320km nel 2020 a 350km al 2023) gli automobilisti italiani rimangono scettici;
- Il tempo di ricarica: la durata di un “rifornimento” è ancora un’incognita e sono in molti a ritenere poco pratico dover aspettare almeno 40 minuti per poter tornare a circolare, in mancanza di un punto di ricarica nel proprio box;
- Il prezzo troppo alto: a oggi l’offerta di auto elettriche si concentra su fasce di prezzo elevate. Circa l’84% dei veicoli elettrici offerti sul mercato costano tra i 20 e gli 80mila euro, con la fascia di prezzo inferiore ai 20mila euro ancora troppo poco presidiata.
A tutto ciò si aggiunge anche un tema di capillarità. Sono molti, infatti, i piccoli comuni italiani senza PdR (punti di ricarica), rendendo di conseguenza difficoltoso l’acquisto di una vettura, impossibile da ricaricare. Oggi il numero di comuni senza PdR è sceso al 47% (dal 59% del 2022), attestandosi a 3.691.
LE INFRASTRUTTURE DI RICARICA
La fotografia scattata da Motus-E mostra la presenza di 1 PdR ogni 8 km di autostrada e 1 PdR ogni 15 km di strade extra-urbane. Rispetto al 2020, la capillarità dell’infrastruttura pubblica in autostrada ha visto fare un balzo di circa 10 volte (da 88 a 932 PdR nel 2023). Al 2035 le stime di Motus-E prevedono che il 27% dell’energia sarà ricaricata in ambito domestico (vs. 64% del 2023), mentre in ambito lavorativo la domanda crescerà fino al 34% del totale dell’energia. Il restante 39% ci si aspetta venga coperto dall’infrastruttura pubblica, suddivisa in autostrade (6%), strade extra-urbane (12%) e strade urbane (21%).
Tuttavia, diventa fondamentale considerare un divario infrastrutturale tra Nord e Sud, che in Italia, più che in altri paesi, risulta essere molto ampio. Infatti, la maggior parte delle stazioni di ricarica pubbliche è concentrata al Nord (58%), evidenziando una disparità nell’accesso a questa tecnologia tra le diverse regioni.
GLI SCENARI FUTURI
Il PNIEC, ossia il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, stima 6,6 milioni di veicoli EV al 2030 (di cui 4,3 milioni BEV, Battery Electric Vehicles) e su questi dati Motus-E ha elaborato due diversi scenari di penetrazione dei veicoli elettrici:
- Scenario Accelerato: 4,6 milioni di EV al 2030, 11,4 milioni al 2035.
Questo scenario prevede un aumento della penetrazione dei veicoli elettrici nel breve termine, raggiungendo il 56% delle immatricolazioni nel 2030 e il 100% nel 2035. In questo scenario ottimistico i veicoli PHEV, auto ibride plug-in caratterizzate da un motore termico e da uno o più motori elettrici, rappresentano una tecnologia di transizione che raggiungerà la massima penetrazione nel 2026 (9%).
- Scenario Conservativo: 3,7 milioni di EV al 2030, 9,8 milioni al 2035.
In questa seconda ipotesi, invece, si prevede una crescita più lenta delle immatricolazioni dei veicoli elettrici portando il 56% dello scenario accelerato al 39% entro il 2030, così da raggiungere il 100% dell’elettrificazione nel 2035 come da regolamentazione EU. I veicoli PHEV avranno un impatto maggiore nei primi anni, con l’apice della penetrazione al 2026 (11%).
Entrambi gli scenari, pur prevedendo un diverso numero di veicoli elettrici e una conseguente domanda di energia differente, condividono gli stessi obiettivi da raggiungere perché possano realizzarsi: soddisfare le esigenze di utenti, operatori e autorità di regolamentazione attraverso una rete diffusa di punti di ricarica, garantendo la redditività degli investimenti e promuovendo lo sviluppo di un’infrastruttura efficiente, basata sull’aumento della potenza sia delle colonnine sia delle batterie dei veicoli.