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  • 21 Dicembre 2024
  • Ultimo aggiornamento 11 Dicembre 2024 10:16
  • Milano

Leasing sociale: da Stellantis alle altre case automobilistiche, perché piace

Anche l’Italia, dopo la Francia, sperimenta il leasing sociale con 50 milioni di incentivi previsti nel decreto a sostegno della mobilità

Leasing sociale: da Stellantis alle altre case automobilistiche, perché piace

Nell’ambito degli incentivi alla mobilità introdotti quest’anno dal Governo, uno degli aspetti più innovativi è stata sicuramente l’introduzione del leasing sociale, una formula pensata per garantire alle famiglie a basso reddito la possibilità di noleggio (ed eventuale acquisto finale con riscatto) di un veicolo elettrico o ibrido, con una rata mensile più bassa rispetto a quella di un normale leasing. Questa iniziativa è la riprova di quanto il noleggio oggi venga considerata una soluzione competitiva nel mondo dell’automotive, soprattutto per la sostenibilità ambientale e sociale.

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IL MODELLO FRANCESE

L’Italia ha preso spunto sicuramente dalla Francia dove la piattaforma “Le leasing électrique” gestita dal Ministero dell’Ambiente, monitora già dal 2023 l’interesse per il noleggio dei veicoli elettrici da parte delle fasce economiche più basse (coloro che hanno dichiarato un reddito inferiore a 15.400 euro). Dalla sua introduzione, le richieste di adesione in Francia hanno letteralmente superato le aspettative costringendo il governo a sospendere le domande in attesa di nuovi stanziamenti.

Nella versione italiana, il MIMIT (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) ha stanziato, attraverso il nuovo decreto, 50 milioni di euro per il leasing sociale, ovvero una forma di incentivo per chi sceglie di noleggiare a lungo termine una vettura con un ecobonus per un periodo non inferiore a tre anni. L’idea è stata quella di coinvolgere famiglie con reddito ISEE di massimo 14mila euro permettendo loro l’utilizzo delle auto elettriche attraverso il pagamento di un canone mensile variabile, compreso tra 75 e 125 euro, contestualmente alla rottamazione di un’auto inquinante (Euro 0, 1 e 2). Una buona opportunità per le famiglie con redditi più bassi per accedere ad automobili più sostenibili e rispettose dell’ambiente favorendo la rottamazione dei modelli più vecchi.

La gestione del leasing sociale sarà affidata a un ente pubblico, e il Mimit definirà criteri e modalità entro 120 giorni dall’entrata in vigore del decreto, ovvero a partire dal 3 giugno 2024.

CHI LO HA CAVALCATO PER PRIMA

A cavalcare in anticipo questo modello sono state soprattutto le case francesi che hanno beneficiato già dell’esperienza delle rispettive case madri. Stellantis, per esempio, ha lanciato in Italia un’offerta per i primi 1.000 clienti privati che, al via libera degli incentivi ministeriali, passeranno alla mobilità elettrica su un modello di Fiat 500E di colore bianco ghiaccio. Le condizioni sono di avere un reddito ISEE inferiore ai €30.000 (quindi più alto di quello previsto dal decreto) con un’auto da rottamare Euro 0, 1 o 2 di proprietà del cliente, oppure intestata a uno dei familiari conviventi da almeno dodici mesi. In aggiunta agli incentivi statali, Stellantis aggiunge un sostegno economico che consentirà ai 1.000 destinatari di poter usufruire di un’auto elettrica con anticipo zero e canone zero per tre anni e l’opzione finale di riscatto, cambio o restituzione.

Citroen ha fatto qualcosa di simile sul suo modello e-C3 allestimento You con formule di noleggio (con incentivi) che non superano i 99 euro al mese. Anche Opel a Lancia hanno avviato proposte simili.

I cavilli delle offerte sono molteplici, ma indubbiamente aprono le porte a categorie che difficilmente si sarebbero anche solo avvicinate al mondo dell’elettrico, dati gli elevati costi di acquisto. Una piccola rivoluzione che in Francia ha funzionato molto bene e che chissà non inizi a smuovere una parte del mercato elettrico anche in Italia.

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